Attualità - 24 ottobre 2024, 08:13

Torino torna navigabile, nonostante il clima che cambia: ma non chiamatele Valentino e Valentina

Sarà lo stesso fiume ad alimentare i catamarani con una centralina idroelettrica di Iren. Ma l'intervento con fondi Pnrr vuole trasformare il fiume in un luogo di socialità, dove ascoltare un concerto da un palco sul filo del Po

Torino torna navigabile, nonostante il clima che cambia: ma non chiamatele Valentino e Valentina

Torino, Città fluviale. Attraversata dal fiume più lungo d’Italia e dai tre affluenti Sangone, Dora Riparia e Stura di Lanzo. L’acqua non manca e in tempi di cambiamento climatico rischia di essere a volte troppo poca e a volte pure troppa. Il Po da Pian del Re alla prima metropoli della Pianura Padana dista qualche decina di chilometro. Una caratteristica che non la mette al sicuro in caso di grandi piogge. Gli ultimi anni ne sono stati un chiaro esempio: possono bastare poche ore a far salire il livello dell’acqua di quattro o cinque metri. La sentinella torinese è la stazione Arpa di Carignano. Dal livello di innalzamento idrometrico dal comune dei Ciapinabò si può conoscere quando la piena supererà i Murazzi, mettendo la prima capitale d'Italia in allerta.

L'intervento con fondi Pnrr

Torino e l’acqua, due elementi imprescindibili, che possono convivere nonostante il clima pazzo, diventando risorsa sociale, turistica e, anche, energetica. È in quest’ottica che si inserisce la sfida del progetto di navigazione sul Po che rientra nell’ambito di interventi Pnrr che prevedono un riassetto del Parco del Valentino con la piantumazione di piante e con un manto più permeabile, la nuova Biblioteca Civica Centrale dietro Torino Esposizioni, il rifacimento del Borgo medievale e infine i battelli che torneranno a viaggiare sul filo dell'acqua.

Quest’ultimo intervento prevede più di 9 milioni di investimento, oltre 60 tonnellate di CO2 risparmiata e cinque attracchi. I tempi? Sono quelli imposti dal Piano Nazionale di Riprese e Resilienza, ovvero entro l’autunno del 2026

Presentato all'Urban Lab

Il progetto è stato presentato nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 23 ottobre, presso l’Urban Lab in Piazza Palazzo di Città per il ciclo “Turning Point. Rivelare il futuro” alla presenza dell’assessore Francesco Tresso e di Andrea Cassi dello studio Carlo Ratti Associati, che ha curato la progettazione.

Torino riprova la sfida della navigazione dopo la sfortunata parentesi di Valentino e Valentina, naufragati a Murazzi del Po durante la piena del 25 novembre 2016. Dieci anni dopo la navigazione fluviale in città avrà un’altra faccia (e come assicurato dall’assessore anche un altro nome siccome la scaramanzia non è mai troppa).

Full electric e alimentata dal fiume

Intanto quel che è dato sapere è che l'imbarcazione sarà tipo catamarano, con doppio scafo in vetroresina e sovrastruttura in alluminio, con ampie vetrate per offrire una visuale completa. Il ponte superiore sarà parzialmente calpestabile, permettendo ai passeggeri di godere di una vista panoramica durante la navigazione. 

Con una lunghezza di circa 15 metri, una larghezza di 5,5 metri e un peso di 15 tonnellate, l’imbarcazione avrà una capienza massima di 59 persone. Il mezzo sarà full electric (la prima di questo tipo su fiume) con batterie da 130 kwh che garantiranno un’ampia autonomia. 

Una novità sarà l’installazione di una centralina idroelettrica ad opera di Iren sulla traversa del canale dei Mulini, all’altezza di Parco Michelotti e subito dopo il ponte della Gran Madre. Per l'intervento c’è già l’ok della conferenza dei servizi. In questo modo l’energia del fiume potrà alimentare i battelli in un’ottica di circolarità energetica, sul solco degli obiettivi che dovrebbe rendere Torino tra le 100 città che puntano alla neutralità carbonica entro il 2030. I battelli, inoltre, con il loro percorso raccoglieranno quotidianamente dei dati sulla qualità dell’acqua utili per i rilievi Arpa e Aipo.

I battelli dalla Finlandia

Come già annunciato nel mese di giugno l’azienda nautica finlandese Mente Marine si è aggiudicata la gara e fornirà i battelli.  Il percorso fluviale si snoderà su cinque chilometri e mezzo, collegando i Murazzi alla zona di Italia 61. Un tragitto che, in particolari occasioni, potrà allungarsi di ulteriori due chilometri, per raggiungere Borgo Navile a Moncalieri.

La darsena per manutenzione e eventi

Nei pressi della passerella Turin Marathon sorgerà la nuova darsena anche per evitare che una piena si porti via i mezzi (visti i precedenti). Si tratta di un bacino artificiale, grande quanto una piscina, con una piattaforma dove i mezzi potranno essere sollevati e messi al riparo in caso di esondazione, per semplice manutenzione, o per eventi. 

Socialità, concerti, biglietteria ai Murazzi

Con lo stesso principio anche gli approdi saranno strutturati con un’architettura studiata per reagire agli episodi estremi. Ma anche per diventare dei luoghi di socialità dove cittadini e turisti potranno vivere il fiume incontrandosi a bordo Po, o magari - è una delle idee comparse in un rendering, al momento solo sul piano teorico - ascoltando un concerto estivo da un palco allestito all’interno del fiume, davanti ai Murazzi.  

Così come ai Murazzi sorgerà il River Center all’interno dei sette archi dove sono in corsa opere di ammodernamento “leggero”, senza snaturare la natura di uno dei luoghi simbolo della movida torinese, e dove sorgeranno la biglietteria per i battelli, una caffetteria e una sala eventi.

“La sfida è rendere il Po un patrimonio comune per tutta la sua lunghezza- è il commento dell’assessore Tresso - generando una consapevolezza che ogni azione dalla sorgente crea conseguenze fino alla foce. Questo si potrà farlo mettendo insieme gli sforzi di tutte e cinque le riserve Mab Unesco.”

“Una volta completato il progetto - ha poi dichiarato l’assessore a Parchi e sponde fluviali - la città di Torino necessita di un regolamento fluviale per una convivenza tra catamarani, altri tipi di imbarcazione e canottieri."

Daniele Caponnetto

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