Sono 3.700 le opportunità di lavoro che in due giorni (oggi e domani) si presenteranno all'edizione 2024 di Io Lavoro, la kermesse che al Lingotto Fiere si propone di far incontrare domanda e offerta di impiego.
I numeri della kermesse
Al Padiglione 3 tanti gli stand e oltre 130 aziende presenti, insieme a 11 accademie di filiera. Dal 2005 sono state 64 le tappe di Io Lavoro organizzate a Torino e in altre città piemontesi. Il 15 novembre toccherà a Biella e il 28 ad Asti.
Oltre 3.000 le persone registrate, oltre duemila gli studenti, che per due giorni potranno ascoltare incontri, spiegazioni e vedere dal vivo attività che spaziano dell'edilizia all'estetica, passando per le auto o la reception di un albergo. Fino alla gioielleria. Addirittura, si può giocare a calciobalilla contro un robot dal braccio meccanico.
Immancabile, poi, lo stand per aiutare le persone a compilare il proprio curriculum e renderlo il più efficace possibile.
In crescita e itinerante
"L'evento cresce di anno in anno ed è diventato itinerante perché il nostro compito è stare sui territori e trovare opportunità - dice la vicepresidente regionale, Elena Chiorino -. Servono offerte di qualità, ma anche le giuste competenze. Solo così si può creare ricchezza. E Io Lavoro serve anche in termini di orientamento, per far capire le figure professionali più ricercate e quali percorsi formativi seguire". "Le opportunità ci sono - conclude - ed è compito della politica metterle in evidenza".
E il direttore di Agenzia Piemonte lavoro, Federica Deyme, aggiunge: "Sono tante le proposte di lavoro, ma non sempre trovano corrispondenza coi candidati. Il nostro compito è proprio quello di fare incontrare ciò che le aziende cercano e le capacità delle persone. Serve sempre più specializzazione, fare un salto di qualità e migliorare le competenze dei candidati. Bisogna creare percorsi formativi quasi sartoriali".
Contestazione dei Sì Cobas
Ma come lo scorso anno, anche quest'anno non è mancata la contestazione da parte di sì cobas, proprio alla vicepresidente Chiorino.
"Perché non incontra i disoccupati? - chiedono i manifestanti, con megafono e striscione -. Vogliamo sapere quante persone di quelli che seguono i corsi di formazione poi trovano davvero lavoro. In altre regioni questa comunicazione viene data, noi mandiamo mail senza avere risposta".