In una lunga nota Coldiretti Torino torna sulla questione del Parco dei 5 Laghi di Ivrea: "Leggiamo che i sindaci invocano la concertazione con le forze sociali ed economiche del territorio ora che il Parco è stato istituito per legge e ora che è stata depositata in Consiglio regionale una proposta di legge per abolirlo.
Vogliamo ricordare che la legge che istituisce il Parco dei 5 Laghi è una brutta vicenda che nasce dal tentativo di fare passare in sordina questo nuovo, inutile, strumento burocratico. Una vicenda che allontana i cittadini dalla buona politica.
La legge viene votata dal Consiglio regionale la sera del 27 marzo 2024 grazie a una maggioranza risicata: un pugno di consiglieri che compie un vero e proprio blitz attendendo l’assenza in Aula di alcuni colleghi per votare la legge. Un gesto di astuzia che è l’ultimo atto della legislatura. Questa forzatura è soltanto l’ultimo atto di una mancanza di sensibilità verso pratiche politiche che si chiamano “ascolto”, “confronto”, “concertazione”.
Il Parco non si sa perché debba nascere, visto che l’area è già protetta. Ma deve nascere e basta.
Coldiretti ha cercato fin da subito di comprendere le ragioni di questo Parco.
Per lungo tempo abbiamo cercato un incontro con enti locali e Regione. Finché non lo abbiamo convocato noi. Era il 10 febbraio 2022 e nella sede provinciale di Coldiretti di fronte ai vertici provinciali e locali si sono presentati: Davide Guarino, sindaco di Cascinette; Giuliano Balzola, assessore all’Agricoltura di Ivrea; Fausto Francisca, sindaco di Borgofranco di Ivrea. Per la Regione Piemonte era presente il vicepresidente, con delega ai parchi.
Già in quell’incontro era emersa una confusione generale sulle ragioni di questo Parco ma, di fronte alla nostra insistenza per un progetto di sviluppo sostenibile di quell’area, Carosso aveva promesso la convocazione di un Tavolo per lo studio di un Piano di sviluppo che mettesse al centro la gestione ambientale e il ruolo delle aziende agricole.
Da allora non abbiamo mai più ricevuto notizia di questa promessa.
Fino al 15 settembre 2022 quando apprendiamo che viene approvato il Disegno di legge in giunta regionale. Alla notizia di questo Disegno di legge già confezionato Coldiretti Torino emette un comunicato: «Ci aspettiamo di essere coinvolti nella discussione fin dalle prime idee di Piano di gestione».
Non arriva nessun coinvolgimento. Ma Coldiretti Torino riceve la visita di un consulente già incaricato dalla Città Metropolitana di redigere gli strumenti operativi del futuro Parco mentre non è nemmeno ancora stata approvata la legge istitutiva.
Intanto, il Disegno di legge si impantana perché sorgono molti dubbi nella maggioranza regionale. C’è quindi il rischio che, nella spaccatura “Parco Sì-Parco No”, non si faccia nulla per il territorio dei 5 Laghi: Coldiretti non vuole il Parco ma vuole ugualmente un progetto di futuro agronaturale per quell’area.
Così decidiamo di fare la nostra parte. Nel novembre 2023 Coldiretti Torino redige una propria proposta di Piano per lo sviluppo sostenibile dell’area dei Comuni (tutti i territori comunali) dei 5 Laghi.
Il Piano viene presentato al nuovo sindaco di Ivrea e al sindaco di Cascinette. Assenti gli altri sindaci che, in una comunicazione ritengono inutile confrontarsi. Evidentemente si dà già per approvato il Ddl regionale.
Cambia la composizione del governo metropolitano, il nuovo consigliere metropolitano delegato ai parchi provinciali è Alessandro Sicchero, sindaco di Chieri. Appena nominato riceve le richieste pressanti di Coldiretti per un incontro per parlare di Piano di sviluppo del territorio dei 5 Laghi. Ma Coldiretti non è mai stata ricevuta.
Nel frattempo l’approvazione del DDL viene rimandata per le perplessità sorte nella maggioranza in Regione.
Infine il colpo di mano nell’ultima seduta di legislatura.
La legge fa partire il Parco 2 mesi dopo, il 1 giugno 2024; si dice per permettere, nel frattempo, una concertazione con il territorio e le associazioni di categoria. Ma nessuna concertazione viene mai convocata ma, nel frattempo, il Parco vene la nascita senza che i mesi a disposizione abbiamo portato al varo degli strumenti di gestione. Il primo effetto dal 1 giugno è il blocco ogni forma di gestione, anche faunistica, in attesa dei nuovi Piani del nuovo Parco.
Coldiretti chiede ancora di essere ricevuta ma non ottiene risposte.
Invece il Consigliere metropolitano incontra i sindaci a Ivrea per illustrare la bozza di Piano del nuovo Parco.
Nel frattempo nessuno risponde alla richiesta di Coldiretti di conoscere quante risorse verranno impiegate per il semplice funzionamento del nuovo Parco, risorse evidentemente sottratte a progetti di sviluppo sostenibile e per l’agricoltura, progetti che si potrebbero mettere in campo senza il Parco.
Il resto è storia di oggi", conclude la nota di Coldiretti.