Si è tenuto oggi a Torino, presso la Sala Bobbio della Curia Maxima, l’evento pubblico intitolato La percezione del fenomeno criminoso e corruttivo sul territorio torinese, organizzato dalla Città di Torino in collaborazione con Avviso Pubblico, nell’ambito della seconda edizione delle Giornate della Legalità, in programma dal 10 al 13 ottobre.
L’incontro ha visto la presentazione dei risultati di un’indagine condotta sulla Circoscrizione 3 di Torino, attraverso un questionario/intervista rivolto ad un ampio ventaglio di soggetti, tra cui cittadini, operatori economici, dipendenti pubblici, amministratori.
Scopo di questa indagine è intraprendere un percorso più ampio per valutare in che modo, attraverso quali servizi, accompagnare la segnalazione di condotte illecite e, contestualmente, migliorare il funzionamento della macchina amministrativa sul fronte della prevenzione.
Dopo i saluti introduttivi dell’assessore alla legalità della Città di Torino, Marco Porcedda, di Francesca Troise, Presidente Circoscrizione 3 del Comune e del Presidente di Avviso Pubblico Roberto Montà, sono intervenuti Donato Giovanni Cafagna, Prefetto della città, Giovanni Bombardieri e Paolo Toso, rispettivamente Procuratore capo e sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, Annalisa Puopolo, segretaria generale del Comune, Luca Pidello, Presidente della Commissione comunale legalità e diritti delle persone private della libertà personale, Davide Mattiello, consulente Commissione comunale legalità e diritti delle persone private della libertà personale.
Presente in sala il Questore Paolo Sirna, mentre il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha inviato un videomessaggio. Ha coordinato l’incontro Claudio Forleo, responsabile dell’Osservatorio parlamentare di Avviso Pubblico.
I risultati dell’indagine – basata su circa 150 interviste raccolte al momento della valutazione – sono serviti non soltanto a raccogliere una prima valutazione sul merito del progetto, ma anche a rilevare l’opportunità delle domande stesse inserite nel questionario onde modificarle nella maniera più pertinente in vista di una seconda fase, che riguarderà l’intera Città di Torino.
Tra le principali evidenze emerse si segnala che:
- oltre il 64% degli intervistati sottolinea come sia difficile per un cittadino denunciare, per “paura delle ritorsioni e della burocrazia”;
- oltre l’80% degli intervistati dichiara di vedere favorevolmente un “servizio” pubblico di sostegno alla denuncia;
- tale servizio, secondo gli intervistati, dovrebbe vedere l’attivazione di uno sportello di ascolto che sappia fornire indicazioni pratiche anche di natura legale, l’attivazione di un numero telefonico, la realizzazione di una campagna di sensibilizzazione;
- circa il 70% degli intervistati - che sono per quasi il 50% dipendenti pubblici - non conoscono le regole di “ingaggio” dei canali pubblici già attivati dalla Città di Torino per raccogliere segnalazioni di illeciti, in modo riservato e tutelando le fonti delle segnalazioni;
- chi conosce questi canali esprime un giudizio positivo sul loro funzionamento.
Nel corso degli interventi Luca Pidello e Annalisa Puopolo hanno posto l’accento sull’importanza di consolidare la rete di legalità non solo fra Enti locali, Istituzioni e cittadinanza, ma anche all’interno dello stesso Ente, fra la macchina amministrativa e la parte politica. Davide Mattiello, nel presentare i risultati dell’indagine, ha messo in evidenza l’importanza dell’accompagnamento alla denuncia e il ruolo, determinante, della testimonianza e dei punti di ascolto, raccordo fra Enti, Istituzioni e tessuto sociale.
Il sostituto Procuratore Paolo Toso ha sottolineato la necessità di sviluppare una maggiore coscienza critica sulla presenza della criminalità organizzata sul territorio, facendo tesoro del passato e degli elementi ormai consolidati a livello storico.
Il Procuratore capo Giovanni Bombardieri, ha ulteriormente evidenziato la necessità di creare delle “zone cuscinetto”, in cui imprenditori, commercianti, cittadini possano denunciare e sentirsi accompagnati. Il magistrato ha concluso il suo intervento sottolineando come la denuncia renda liberi dall’aggressione mafiosa. In conclusione il Prefetto Donato Cafagna, ha posto l’accento sull’utilizzo di legalità non come concetto astratto, ma reale, autentico e in grado di impattare sulla quotidianità dei cittadini.