Dopo le proteste per i rincari, con tanto di bollette date alle fiamme, i comitati dei cittadini teleriscaldati di Torino e di Grugliasco hanno deciso di portare avanti un'azione per legale contro Iren per chiedere il rimborso di quanto pagato di più in questi anni.
Il 15 ottobre si accendono i termosifoni
L'azione arriva alla vigilia dell'accensione dei termosifoni a Torino e nelle altre cittadine limitrofe in "zona climatica E" , che dovrebbe scattare come da calendario il prossimo 15 ottobre con lo spegnimento previsto per il 15 aprile.
L'appuntamento questa mattina in via Confienza 10, dove i manifestanti hanno esposto lo striscione: "No alla guerra e ai suoi costi. Siamo stanchi di pagare". La storia è nota. I forti aumenti delle bollette, soprattutto dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, sono stati determinati dai rialzi delle quotazioni del gas.
Iren produce il calore del teleriscaldamento dagli impianti per la produzione di energia elettrica e dal termovalorizzatore. La multiutility, secondo i comitati, decide la tariffa delle bollette al 95% dal costo del gas, ma, di fatto, ne usa appena solo il 7.44%.
I rimborsi
Da qui la richiesta dei manifestanti di chiedere i rimborsi per quanto pagato "in più" nel triennio dal 2021 al 2024, dove si sono registrati "aumenti fino al 243%".
La decisione di portare Iren in Tribunale è stata presa a luglio 2024, durante le assemblee. Finora hanno aderito alla causa circa duecento tra singoli, famiglie ed amministratori di condominio. Dalle Vallette, a Mirafiori sino a Parella, per arrivare a Grugliasco centro e borgata Paradiso, la geografia dei querelanti è varia.
Il primo passo formale sarà una diffida che partirà oggi da uno studio legale torinese alla multiutility. Obiettivo è di sedersi ad un tavolo di contrattazione con Iren per trovare un accordo sui rimborsi: qualora non andasse bene, il passo successivo sarà la causa in Tribunale.