Cultura e spettacoli - 08 ottobre 2024, 06:57

Mimmo Calopresti a Torino per il film sulla tragedia di Cutro: “Evento catastrofico che era giusto raccontare”

La proiezione mercoledì 9 ottobre al Cinema Romano. Il regista ospite del Festival dell’Accoglienza: “Una città dalle mille contraddizioni, ma con un’anima molto positiva”

Mimmo Calopresti a Torino per il film sulla tragedia di Cutro: “Evento catastrofico che era giusto raccontare”

Quando ho visto questo dolore, questi resti sulla spiaggia, mi è sembrato qualcosa di catastrofico, che mi ha colpito fortemente” così Mimmo Calopresti ricorda la prima reazione quando è giunta la notizia del naufragio di una barca di migranti davanti alla spiaggia di Cutro, in Calabria.

Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, il caicco Summer Love, partito da Izmir, in Turchia, con oltre 180 persone fu travolto dalle onde e affondò nel giro di pochissimo tempo. Una tragedia che scosse l’Italia e in cui persero la vita 94 migranti, tra cui 34 minori.

Quando ha preso la decisione di realizzare un documentario, “Cutro, Calabria, Italia” su questa vicenda drammatica? 

Tutto è partito dalla film Commission Calabria, ma in generale c’è stato un momento di grande solidarietà. C’è stata una grande mobilitazione intorno a questa situazione, non solo in Calabria ma in tutta Italia, e mi sembrava giusto raccontare un momento così forte e potente. Forse era arrivato il momento per raccontare quella tragedia, ma anche per cambiare il punto di vista delle persone sugli immigrati”.

Si racconta la storia di chi ha perso la vita, di chi ha dato aiuto e di chi è sopravvissuto. Quale è la storia che lo ha colpito di più e perché?

“L’obiettivo era di raccontare principalmente chi era sopravvissuto. Erano persone arrivate da tutto il mondo, su quella barca c’era il mondo. Mi ha colpito la storia di una ragazza iraniana che non ce l’ha fatta: aveva pagato 5 mila euro per imbarcarsi e per andare a studiare, dato che lì le donne non possono farlo. Ero rimasto basito per questa situazione nel mondo, di Paesi in cui le donne non possono ancora studiare. Voleva entrare in Italia, andare in Germania e da lì in America per un giorno lavorare alla Nasa. E invece si è fermata su questa spiaggia maledetta. Mi fa pensare a quello che sta succedendo oggi in tutto il mondo. C’era poi la storia di una donna di una certa età, voleva dare una mano lasciando il suo posto già comprato al cimitero a chi non aveva nome e non aveva la possibilità di essere seppellito. Mi ha colpito molto”.

Da parte della comunità che accoglienza ha ricevuto quando si è recato per le riprese?  

“C’era una grande voglia di essere raccontati, un bisogno di essere solidale. In Calabria hanno molta immigrazione ma sono a loro volta emigrati nel mondo. Si sentono vicini a questa situazione e mi hanno accolto benissimo. C’erano tanti giornalisti locali presenti per fare del giornalismo potente per dare una mano”. 

Oltre a ricordare e raccontare c’è un altro messaggio che vuole affidare al film? 

“Ho inserito questa profezia di Pasolini perché qualche volta c’è qualcuno che dovremmo ascoltare più spesso. E poi in generale c’è una certa spiritualità all’interno del film che si rifà a tutte le religioni che queste persone portano con sé”.

Lei è ospite del Festival dell’Accoglienza di Torino, la reputa una città che sa accogliere?

“Ho vissuto tanto a Torino, è la mia città. C’è molta attenzione all’idea dell’accoglienza, poi certo ci sono gli ultimi che non ce la fanno, su cui bisognerebbe fare uno sforzo maggiore, però sì, è una città che accoglie. Tutto sommato la mia famiglia arrivando dal Meridione è stata accolta bene. È una città dalle mille contraddizioni, ma con un’anima molto positiva”. 

Il film di Mimmo Calopresti sarà proiettato nell’ambito del  festival, mercoledì 9 ottobre alle 20 al Cinema Romano

Chiara Gallo

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