Attualità - 25 settembre 2024, 07:08

Torino, la nuova sede dell'Ordine degli Architetti resta un rebus e c'è chi chiede le dimissioni del nuovo Consiglio

Un gruppo di professionisti esprime il proprio disappunto verso l'attuale gestione dell'ente per la scelta di rescindere il contratto per lo stabile di via Piave 3: "Architetti senza casa"

Torino, la nuova sede dell'Ordine degli Architetti resta un rebus e c'è chi chiede le dimissioni del nuovo Consiglio

È polemica all'interno dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Torino: la nuova sede in cui si dovrebbe trasferire l'ente, situata in via Piave 3 (Quadrilatero Romano), continua infatti a restare un rebus causando tumulti da non sottovalutare.

Risoluzione immediata

A preoccupare è la decisione presa a maggioranza dal nuovo Consiglio presieduto da Maria Cristina Milanese, e comunicata agli iscritti tramite PEC, di rescindere il contratto preliminare di affitto a causa della mancata consegna dell'immobile nei tempi previsti, ovvero lo scorso 31 agosto. Nella mail, si specifica come, a fronte della richiesta di un'ulteriore proroga di un anno e mezzo da parte della proprietà per il completamento dei lavori, l'Ordine abbia optato per una risoluzione immediata rendendo il contratto “privo di effetto”; lo stesso ha annunciato di voler comunque garantire agli iscritti “il più ampio dibattito possibile coinvolgendoli in tavoli di discussione.

La preoccupazione

A fronte dello scenario appena descritto, un gruppo di professionisti ha espresso tutto il proprio disappunto per una scelta ritenuta inopportuna autodefinendosi “Architetti senza casa”: “Tutte le spese – sottolineano – sarebbero comunque state in capo alla proprietà e non all'Ordine: l'edificio di via Piave era stato scelto dal precedente Consiglio proprio per questo. Pare evidente che, dopo oltre 50 anni di permanenza in via Giolitti, un banale ritardo nella consegna dei locali non può essere elemento significativo per una rescissione, peraltro con lavori in fase conclusiva”.

L'accusa

Gli architetti in questione puntano quindi il dito proprio contro la presidente e il nuovo Consiglio: “È molto probabile – proseguono – che la decisione sia frutto del cambio di rotta impresso negli ultimi 2 mesi: durante l'Assemblea di Bilancio di giugno, infatti, la presidente aveva affermato il massimo interesse nel portare avanti il progetto di via Piave, ottenendo in questo modo il voto favorevole; peccato che, poco tempo dopo, abbiamo disatteso le promesse con un'azione a sorpresa che ha rimarcato l'assoluta mancanza di condivisione con la comunità degli architetti”.

A causa delle barriere architettoniche presenti, l'Ordine resta quindi “off limits” per le persone con disabilità: “L'edificio – aggiungono ancora – di via Piave, oltre ad avere ampi spazi all'aperto, sale conferenze, co-working e un bookshop, sarebbe stato finalmente aperto e inclusivo, nonché accessibile alle persone con disabilità. Tutto questo rappresenta un paradosso per professionisti che dovrebbero trasmettere, attraverso l'esempio concreto, l'importanza del rendere accessibili i luoghi pubblici a tutti i cittadini”.

La richiesta di dimissioni

La presa di posizione dei “ribelli” è decisamente forte e contempla anche la richiesta di dimissioni: “Siamo preoccupati - concludono – per le possibili ripercussioni economiche, politiche e di immagine, ricordando il contributo di 30mila euro annui versato dal Politecnico per attività legate alla nuova sede, la quota extra pagata dagli iscritti per il progetto e le risorse impiegate in progettazioni e consulenze. La nostra comunità manifesta il proprio dissenso sulla gestione dell'ente tanto da richiedere a gran voce le dimissioni della presidente e del Consiglio”.

Marco Berton

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A SETTEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU