Cultura e spettacoli - 24 settembre 2024, 08:14

Il restauro di Godzilla di Ishirō Honda apre la 24esima edizione del Tohorror Fantastic Film Fest

Martedì 22 ottobre

Il restauro di Godzilla di Ishirō Honda apre la 24esima edizione del Tohorror Fantastic Film Fest

Titolo di punta della retrospettiva “Antropocene Now!” che attraverso 6 titoli abbraccerà il tema dell’impatto umano sul pianeta e del rapporto fra uomo e ambiente, Godzilla di Ishirō Honda aprirà ufficialmente la 24esima edizione del Tohorror Fantastic Film Fest martedì 22 ottobre alle 21:00 al Cinema Massimo di Torino

Uscito nel 1954, il primo inimitabile Godzilla diretto da Ishirō Honda compie 70 anni. Punto di origine di uno dei fenomeni culturali più trasversali e transmediali a cavallo fra ventesimo secolo e nuovo millennio, “mostro” indelebilmente impresso nell’immaginario collettivo da oriente a occidente, il Godzilla di Honda incarna la paura del nucleare figlia delle bombe di Hiroshima e Nagasaki, dei test nel Pacifico, dell’escalation della Guerra Fredda, in un film che unisce catastrofe e mélo, spettacolari effetti speciali e moniti etici. Per celebrare il 70° anniversario dell’uscita del film, la mitica casa di produzione Toho ha realizzato quest’anno un restauro in 4K, presentato in anteprima al Festival di Berlino. E con questa versione il TOHorror aprirà ufficialmente le danze. Prevendite online aperte.

A fare compagnia al kaiju più famoso del mondo, ci sarà l’imprescindibile Frogs (1972) di George McGowan, uno dei primi riconosciuti film eco-vengeance della storia del cinema, un magnifico B movie che muovendosi fra Hitchcock e Romero lancia un attacco (sotto forma di rane, rettili, ragni…) all’indifferenza e alle false sicurezze umane, fatte di denaro, potere e presunto dominio sulla natura.

Terzo titolo in rassegna, un piccolo capolavoro horror: Long Weekend (1978) di Colin Eggleston, in cui una giovane coppia piccolo borghese accampata nei pressi di una spiaggia deserta fa i conti con la propria irrilevanza al cospetto dell’habitat in cui ha scelto di trascorrere il fine settimana. In un crescendo di disorientamento umano, con un registro che nel suo lancinante minimalismo sembra sfiorare a tratti l’astrazione, un crudelissimo film australiano tutto da scoprire o riscoprire.

Spazio poi a Ladybug Ladybug (1963) di Frank Perry, un’ agghiacciante cautionary tale anti-nucleare realizzata in piena Guerra Fredda che, pur essendo un drama con poco a che fare con l’horror e il fantastico, riesce a essere altrettanto spaventosa nel descrivere il panico e l’impreparazione della razza umana difronte ai suoi stessi comportamenti e istinti. Il tutto dipinto senza clemenza in un film dal timbro quasi documentaristico, che inizia con un allarme che suona e finisce in un bunker in cui si sono rifugiati alcuni bambini… 

Ci sarà poi Of Unknown Origin (1983) di George P. Cosmatos, dove il futuro regista di Rambo II e Cobra pone Peter Weller, rampante architetto newyorkese, a confronto con il ratto che gli infesta la nuova, lussuosissima casa, in una black comedy dell’orrore che fa del grottesco la propria cifra. Uno scontro senza esclusioni di colpi dove, anche in piena metropoli, un semplice roditore riesce a mettere in crisi la “bolla” antropocentrica, evidenziandone la fragilità e la sostanziale insensatezza.

A suggello della retrospettiva (e di tutto il festival, visto che sarà l’ultimo film proiettato domenica 27 ottobre) l’ipnotico The Last Wave-L’ultima onda (1977) di Peter Weir: a Sydney, nel pieno di un’ondata di insoliti e violenti fenomeni meteorologici, un avvocato alle prese con un caso di omicidio scoprirà verità nascoste su di sé e sulla relazione fra uomo, sogni e ambiente, fino a una conclusione magnificamente e dolorosamente apocalittica.

Questo è solo un assaggio. Non resta che scoprire l’intero programma del TOHorror 2024, in arrivo il 1° ottobre e prepararsi alla maratona!

comunicato stampa

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