Economia e lavoro - 23 settembre 2024, 07:10

Imprese: passaggio di testimone tra genitori e figli ancora difficile, ma Piemonte meglio della media nazionale

Cambio generazionale spesso difficile e oneroso, ma per Confartiginato tra il 2016 e il 2022 la crescita è stata dell'11,1% nella nostra Regione contro una media del 9,1%

Imprese artigiane, in Piemonte cambio generazionale superiore alla media nazionale

Imprese artigiane, in Piemonte cambio generazionale superiore alla media nazionale

Le imprese artigiane del Piemonte sono troppo vecchie ma il passaggio di testimone tra genitori e figli è ancora troppo difficile e oneroso. Se in Piemonte il valore dell’artigianato si trasmette di padre in figlio, il passaggio generazionale tra il titolare dell’impresa e i figli, o i dipendenti, non è sempre facile e indolore: dal punto di vista emotivo, burocratico ed economico.

I dati di Confartigianato Piemonte

In Italia sono ben 227mila le microimprese interessate dal fenomeno su un totale di più di 777mila aziende controllate da persone fisiche o a conduzione familiare.

Secondo l’analisi realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, su dati ISTAT, tra il 2016 e 2022, le imprese del Piemonte che hanno effettuato il passaggio generazionale sono state l’11,1% contro una media nazionale del 9,1%.  Nella classifica regionale il Piemonte si posiziona al quinto posto.

Secondo l’analisi l’8% delle imprese del Piemonte pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni, mentre l’80,8% non lo prevede nemmeno, perché mancano le giovani generazioni (oltre il 60% dei casi), oppure i figli ci sono ma non vogliono continuare l’attività di famiglia.

La situazione nelle varie province

A livello provinciale tra il 2016 e 2022, le imprese di: Torino che hanno effettuato il passaggio generazionale sono state il 10,2%, il 7,5% pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni, mentre l’82,3% non lo prevede nemmeno; Cuneo 13,0% (ha effettuato il passaggio generazionale) 10,1% (possibile nei 5 anni successivi) e 76,9% (non avvenuto né previsto); Novara 7,8% (ha effettuato il passaggio generazionale), 9,5% (pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni) e l’82,8% (non avvenuto né previsto); Biella il 16,9% (ha effettuato il passaggio generazionale), il 5,2% (possibile nei 5 anni successivi) e il 78,0% (non avvenuto né previsto).

Asti, invece, il 9,4% (ha effettuato il passaggio generazionale), il 9,2% (pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni) e l’81,4% (non avvenuto né previsto); Alessandria il 12,2% (ha effettuato il passaggio generazionale), il 7,3% (possibile nei 5 anni successivi) e l’80,5% (non avvenuto né previsto); Vercelli il 14,7% ha effettuato il passaggio generazionale, l’8,2% (possibile nei 5 anni successivi) e il 77,1% (non avvenuto né previsto); Verbano il 13,1% ha effettuato il passaggio generazionale, il 7,3% (possibile nei 5 anni successivi) e il 79,6% (non avvenuto né previsto).

Felici: "La maggioranza restano gli over 60"

“La maggioranza degli imprenditori è over 60, manca qui il ricambio generazionale  afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – i giovani imprenditori, sempre di più, scelgono vie autonome piuttosto dell’azienda di famiglia, in moltissimi casi perché i giovani vedono i molteplici adempimenti cui è soggetto l’imprenditore come qualcosa che non è ragionevole né serio cercare di superare. Oggi le imprese stanno affrontando un forte rinnovamento in termini di competenze, siano esse manageriali, organizzative o di business ma manca il ricambio anche perché l’artigianato non viene percepito come attività attrattiva per le giovani generazioni”.

“Il passaggio generazionale – conclude Felici – senza dubbio, riveste un ruolo cruciale per la vita dell’azienda. Va visto e concepito mediante una visione esaustiva che tenga in debita considerazione una serie di variabili e fattori. Questo processo di transizione non è solo un passaggio di quote societarie ma c’è molto di più. È una trasmissione di passioni, valori e competenze manageriali. Tutti aspetti che compongono il DNA di un’impresa e tutti elementi che vanno trasmessi e raccontati in modo adeguato a chi sarà il futuro capitano d’impresa. Non è certo, per questo, un semplice percorso. Bensì è un viaggio che va programmato in tempo utile. Forse anche non meno dieci anni prima del suo avvio”.

I fattori di ostacolo al passaggio generazionale

Il passaggio generazionale appare un cambiamento delicato, con il 51,3% delle imprese controllate da persona fisica o famiglia che segnala la presenza di fattori di ostacolo, tra i quali prevalgono le difficoltà burocratiche, legislative e/o fiscali (16,9%), le difficoltà nel trasferire competenze e/o contatti con clienti e fornitori (14,0%) e difficoltà economiche e/o finanziarie (13,5%); più contenuti i conflitti familiari (4,6%) mentre l’assenza di eredi o successori interessati e/o qualificati si rileva nel 16,9% dei casi.

redazione

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