Economia e lavoro - 12 settembre 2024, 14:52

Nuova cassa per Mirafiori, proprio nei giorni del Salone Auto: un mese di stop fino all'11 ottobre per la 500 Bev

Non c'è incentivo che tenga: mercato fermo a livello europeo e gli ordini sono al palo. I sindacati: "E intanto ci propongono di comprare Maserati. Qui implode tutto"

operai di Mirafiori in manifestazione

Ancora cassa integrazione per lo stabilimento di Mirafiori

Un altro mese di stop per Mirafiori. Dopo le interruzioni di inizio estate (e tarda primavera), anche l'autunno si annuncia piuttosto difficile per i lavoratori Stellantis dello storico stabilimento torinese.

Mercato elettrico al palo

La comunicazione ufficiale è stata data dall'azienda ai sindacati: niente 500Bev fino a ottobre inoltrato, l'11 per l'esattezza. La misura, dicono dall'azienda, si rende necessaria per l'attuale mancanza di ordini legata all'andamento del mercato dell'elettrico in Europa. Insomma, non c'è incentivo statale che tenga, mentre durante il duello tra il ceo Carlos Tavares e il Governo italiano il nocciolo sembrava essere proprio quello. Una doccia gelata, proprio nei giorni del Salone Auto Torino.

Aspettando la ibrida

Stellantis è fermamente impegnata a garantire la continuità di tutti i suoi impianti e delle sue attività e sta lavorando duramente per gestire al meglio e traguardare questa difficile fase della transizione”, dice la nota Stellantis. “Per quanto riguarda le Carrozzerie di Mirafiori, grazie ad un investimento di 100 milioni di euro, presto sarà potenziata la produzione della Fiat 500e con una nuova batteria ad alto potenziale, integrando nuove tecnologie per renderla più accessibile e migliorare l’esperienza cliente, ma a cavallo tra il 2025 e il 2026 sarà anche avviata la produzione della Nuova 500 Ibrida, che sarà realizzata sulla base dell’attuale 500 elettrica”.

Il futuro di Mirafiori

"Lo storico complesso di Mirafiori - prosegue la nota - sta inoltre vivendo una profonda trasformazione, con l’obiettivo di renderlo un vero e proprio polo di innovazione e sviluppo a livello globale, scelta cruciale per vincere la sfida della transizione verso la mobilità sostenibile a cui siamo chiamati. Una visione che prevede un processo di investimenti nel comprensorio torinese e nell’industria automobilistica italiana, finalizzato alla creazione del Mirafiori Automotive Park 2030, che ha al suo interno eccellenze globali la produzione di cambi elettrificati a doppia frizione (eDct), il Plant di Economia Circolare e il Battery Technology Center, oltre alla creazione di un grEEn Campus".

"E poi ci chiedono di comprare le Maserati"

Ma questo non placa né la preoccupazione, né la rabbia dei lavoratori. "Siamo a livelli di schizofrenia assoluta. Stellantis chiede ai lavoratori di andare negli stabilimenti polacchi e francesi, ma parallelamente a Mirafiori arrivano addetti da Termoli, Cassino, Melfi e Pomigliano - dice Gianni Mannori, responsabile di Mirafiori per la Fiom di Torino -. Poi mandano mail per incentivare l’acquisto di Maserati da 200mila euro a persone che ne guadagnano 1.200 al mese. E intanto la cassa integrazione continua inesorabilmente con un ennesimo stop produttivo di un intero mese. Invece di annunci di nuove produzioni continuano quelli sulla cassa integrazione".

E aggiunge Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil: "Qua si rischia il tracollo del sistema industriale torinese, Mirafiori ha la febbre altissima e l’indotto, di conseguenza, sta morendo. Il caso della Lear è la punta dell’iceberg ma tutta la componentistica sta tremando. Informalmente gli industriali si lamentano con noi, sarebbe invece utile che anche loro ci mettano la faccia e si espongano sulla questione. Il livello dello scontro si alzerà inevitabilmente con conseguenze imprevedibili".

Serve un confronto con il Governo

"Dopo l'ennesimo annuncio di fermata alle Carrozzerie, è sempre più urgente incalzare Governo e azienda a riprendere il confronto sul futuro di Mirafiori - aggiunge Luigi Paone, segretario generale della Uilm di Torino -. Con l'accordo di ieri nel reparto eDCT - sottolinea Paone - siamo riusciti a far rientrare dalla cassa integrazione 200 lavoratori delle Carrozzerie. Ci auguriamo che finché non si risolvono i problemi, questo reparto e quello dell'economia circolare riescano ad assorbire il maggior numero di lavoratori possibile". "Ma senza un confronto proficuo tra Governo e azienda - conclude Paone - i prossimi mesi saranno ancora complicati per le lavoratrici e i lavoratori di Mirafiori e difficilmente arriverà qualche segnale di discontinuità da qui a fine anno".

Preoccupazioni anche dal mondo della politica. "Lo stop per un mese della produzione a Mirafiori da parte di Stellantis ‘per mancanza di ordini legata all’andamento del mercato elettrico in Europa’ è una decisione molto più preoccupante rispetto a quanto Stellantis stia descrivendo”, dice la presidente del gruppo regionale Pd, Gianna Pentenero. “Non possiamo accettare - continua - che il lavoro diventi un’attività a corrente alternata dipendente solamente dalle oscillazioni del mercato. Un lavoro a chiamata in base agli ordinativi destabilizza lavoratori e lavoratrici, imprese dell’indotto e non consente di programmare sviluppo vero per tutto il territorio".

E Andrea Russi, Movimento Cinque Stelle, sottolinea: "Apprendo che Stellantis si dichiara "fiera" di esporre 10 modelli iconici al Salone dell'Auto di Torino. Nessuno di questi, però, è realizzato a Torino e nemmeno in Italia. Forse, per Stellantis, sarebbe stato più opportuno esporre al Salone della Cassa Integrazione".

"Ci troviamo di fatto in una condizione di alternanza tra poca produzione e nessuna produzione con utilizzo strutturale di Ammortizzatori Sociali ed un costante ridimensionamento - aggiunge Fim-Cisl con il segretario generale Rocco Cutrì e il responsabile auto, Igor Albera -. Guardiamo con preoccupazione alla gestione delle prossime settimane e dei prossimi mesi. Occorre che l’Azienda compia ogni possibile sforzo per anticipare il più possibile l’attuazione del progetto 500 ibrida. Per quanto riguarda l’informazione promozionale sui modelli Maserati inviata ai Dipendenti, appare come una modalità comunicativa sbagliata e controproducente che inevitabilmente genera ilarità e fastidio. Considerato il contesto estremamente delicato, oggi più che mai abbiamo bisogno di una gestione della comunicazione attenta ed intelligente oltre che di relazioni sindacali di qualità ed efficaci. Purtroppo su entrambi gli argomenti siamo costretti a notare, con dispiacere, una certa trascuratezza da parte aziendale".

Massimiliano Sciullo

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