"La città della salute prosegue le attività per l’apertura della stanza antiabortista all’interno dell’Ospedale Sant’Anna. Il più grande punto nascita d’Italia - è il commento di Alice Ravinale, Valentina Cera e Giulia Marro consigliere regionali in Alleanza Verdi e Sinistra e di Sara Diena di Sinistra Ecologista in Consiglio comunale di Torino - Le promesse contro le donne questa destra in Regione le mantiene. L’Assessore Marrone usa il servizio sanitario pubblico nazionale, in perenne carenza di risorse, per battaglie ideologiche contro le libere scelte delle donne, con la disponibilità di Città della Salute che con la sottoscrizione del protocollo con alcune associazioni antiabortiste di fatto impiega soldi pubblici per giudicare le libere scelte delle donne, per controllare i nostri corpi e negare i nostri diritti."
"Ricordiamo - proseguono Ravinale, Cera, Marro e Diena - che ci sono ancora parti dell’Ospedale Sant’Anna inagibili da cui sono stati tolti ambulatori e servizi di sostegno dedicati alle donne e alla genitorialità: per esempio il Centro Nascita non ha più la disponibilità dei suoi storici locali dove negli anni si è sviluppato un approccio e un sapere sulle gravidanze fisiologiche fondamentale per il benessere delle donne e delle famiglie. Come è possibile che si trovi invece spazio per far chiacchierare gli antiabortisti?"
"Il sostegno alla genitorialità - sostengono - passa da una rete di Consultori pubblici gratuiti e accessibili come ha ricordato la rete “Più 194 voci”, da servizi come asili pubblici che invece il Governo non finanzia, dalla promozione dell’autodeterminazione delle donne e delle pari opportunità su cui questa destra ci sta portando indietro di decenni. Come Consigliere Regionali chiederemo conto dei termini della collaborazione della Città della Salute con le associazioni antiabortiste, dei soldi spesi e dei luoghi di un Ospedale pubblico sottratti alle donne. Continueremo a seguire con attenzione l’iter del ricorso presentato al TAR da CGIL e Se Non Ora Quando, confidando che venga al più presto riconosciuta l'illegittimità di questa iniziativa."
"Luoghi di cura - concludono - e di sostegno dedicati alle donne e alla genitorialità come il Sant’Anna non possono essere macchiati da una stanza piena solo di ideologia fondamentalista e di giudizi contro le donne e i loro diritti."