Attualità - 27 agosto 2024, 13:59

Ancora attuali nel Pinerolese: la storia di Sacco e Vanzetti tornerà in teatro

Tra pochi anni ricorrerà il centenario dell’esecuzione dei due italiani accusati ingiustamente tra un tribunale statunitense

Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco

Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco

Quasi cento anni fa, in quella data, mezzo mondo fu preso dalla rabbia e dalla commozione e ancora oggi nelle Valli pinerolesi c’è chi vuole mantenerne vivo il ricordo di uno dei casi di malagiustizia più celebri della storia e dei suoi protagonisti. Il 23 agosto 1927 due immigrati italiani, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, furono giustiziati sulla sedia elettrica nel carcere di Charlestown per una rapina con omicidio che però non avevano commesso e nonostante il movimento che ne chiedeva l’assoluzione fosse diventato ormai mondiale. Alla vicenda storica e umana dei due – in particolare alla figura di Vanzetti sono legati due pinerolesi. “Con Lorenzo Tibaldo condividiamo la commozione che suscita questa storia a cui abbiamo dedicato uno spettacolo teatrale tratto dal suo libro ‘Sotto un cielo stellato’ e su cui vorremo tornare a lavorare per fa sì che i giovani non la dimentichino” racconta Paolo Mosele, pinaschese, originario di Torino, e insegnante alla Scuola di Musica intercomunale di Luserna San Giovanni. Lui si è occupato delle musiche originali, delle immagini e dei video che hanno composto lo spettacolo portato in scena tra il 2016 e il 2017. “Nel 2027 ricorreranno i cento anni dall’esecuzione e vorremo riportare in teatro la storia” conferma Tibaldo.

Lui venne colto dalla commozione per la sorte due immigrati italiani assistendo al film degli anni Settanta girato da Giuliano Montaldo e da allora continuò ad approfondire il tema suoi studenti: “I ragazzi venivano coinvolti da questa storia di cui, uno dei protagonisti, Vanzetti, prima di partire per gli Stati Uniti, viveva a pochi chilometri di qui”. Originario di Villafalletto, in provincia di Cuneo, emigrò infatti nel 1908.

Per Mosele, invece, la commozione è stata covata in famiglia fin dalla tenera età: “Per quarant’anni mio padre ha lavorato con Giovanni Vanzetti: erano amici e lui mi ha visto crescere”. Figlio di Ettore, fratello di Bartolomeo, Giovanni aveva portato in famiglia la testimonianza diretta di quel dramma: “Ricordo ancora chiaramente la cerimonia all’auditorium di Torino a cui partecipò anche un’altra sorella, Vincenzina, e che venne organizzata in occasione della proclamazione dell’innocenza di Sacco e Vanzetti pronunciata dal governatore del Massachusetts Michael Dukakis nel 1977, cinquant’anni dopo l’esecuzione. Allora io ero appena tredicenne e rimasi molto colpito dalla vicenda”.

Ora Mosele e Tibaldo si augurano che saranno altri i giovani ad emozionarsi: “Lo spettacolo non dovrà essere particolarmente raffinato dal punto di vista storico ma dovrà entrare nelle vicende umane del tempo e richiamare valori che sono ancora attuali”.

Elisa Rollino

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