Colpita da cancro colorato, mercoledì verrà abbuttato sul Lungo Po Michelotti all’altezza di via Gassino un platano centenario. Si tratta di una malattia provocata dal fungo Ceratocystis fimbriata che, una volta penetrato nell’albero attraverso lesioni o ferite della corteccia o delle radici, ne provoca irreversibilmente la morte, occludendo i vasi che trasportano acqua e linfa e provocando il conseguente totale, e a volte rapidissimo, disseccamento della chioma.
Taglio imposto
Il taglio della pianta malata è stato imposto dal Servizio Fitosanitario della Regione Piemonte, che impone di procedere con l’abbattimento tempestivo delle piante malate e di quelle limitrofe. Non esiste infatti alcun metodo di cura per ridurre la diffusione della patologia e salvaguardare gli altri esemplari di platano presenti nelle vicinanze.
"Si tratta di una scelta dolorosa, ma assolutamente necessaria e non prorogabile – commenta l’assessore al Verde Pubblico, Francesco Tresso –. Abbiamo provato in tutti i modi a salvare l’albero, che è un esemplare iconico conosciuto da tutti i frequentatori del lungo fiume, cercando di capire se si potesse evitare l’abbattimento, ma le norme sanitarie ci impongono di intervenire in questo modo e con tempestività per salvaguardare gli altri esemplari di platano presenti nelle vicinanze".
Gru e piattaforma
La modalità di esecuzione dell’intervento è complessa e deve rispettare alcune precise procedure, per ridurre al minimo la possibilità che parti infette di segatura e di legno si disperdano nell’ambiente e possano propagare la malattia. In questo caso specifico, inoltre, a causa delle dimensioni dell’albero – oltre 40 metri di altezza – verrà utilizzata una gru ed una speciale piattaforma che consenta agli operatori di ridurre il numero di tagli ed operare in sicurezza.
Il cantiere
Il cantiere sarà all’interno dell’area verde del parco Suor Michelotti e, salvo la chiusura di un tratto di ciclopista, non dovrebbe avere alcun impatto sulla viabilità. La normativa prescrive di non mettere a dimora nuovi alberi di platano in aree a focolaio attive: questo significa che per alcuni anni non potranno essere messe nuove piante.
Come alternativa si può ricorrere ad un clone resistente (Platanor “Vallis Clausa”), purtroppo è difficilmente reperibile ma la Città ha avviato un dialogo con il vivaio che ha l’esclusiva per la commercializzazione in Italia in modo da avere delle forniture garantite per i prossimi anni.