Attualità - 29 giugno 2024, 15:00

Quando la pausa pranzo è una tortura per colpa della fretta: un piemontese su quattro mangia rimanendo alla scrivania dell'ufficio

Una ricerca americana svela inoltre che quasi un piemontese su tre è consapevole di non seguire un'alimentazione corretta

panino

Sono tanti i piemontesi che mangiano male in pausa pranzo a causa della fretta

Un panino mangiato al volo, magari senza distogliere lo sguardo dallo schermo del pc rimasto acceso e con il telefono nell'altra mano. La pausa pranzo, spesso, si presenta con queste fattezze. E non è esattamente un bel vedere. Tanto che, un piemontese su tre, è consapevole del fatto che non sta seguendo un'alimentazione ideale, nella sua vita lavorativa di tutti i giorni.

Lo dice una ricerca condotta da American Pistachio Growers – associazione no profit che unisce i coltivatori di pistacchi americani – che ha preso in analisi proprio le abitudini dei piemontesi. 

Secondo i risultati, per i piemontesi la pausa pranzo è sacra: infatti, se la concedono regolarmente il 90% degli intervistati. Tuttavia, la mancanza di tempo (lo dicono 3 individui su 5 fra coloro che a volte si trovano costretti a saltare la pausa pranzo) è l’ostacolo principale alla regolarità nello svolgimento della pausa pranzo, ma anche  l’assenza di spazi adeguati dove consumare il proprio pasto (2 su 5) costituisce un impedimento.

Mai farla alla scrivania

Se si chiama “pausa” pranzo è perché dovrebbe essere una vera e propria pausa che offre vantaggi sia in termini nutrizionali che psicologici. Per quanto sia noto che non bisognerebbe mai farla alla scrivania (soprattutto mai mangiare e lavorare insieme), purtroppo più di 1 piemontese su 4 pranza proprio alla scrivania nel tentativo di portarsi avanti con il lavoro; così facendo, però, non si fa altro che aumentare lo stress ed esaurire le riserve fisiche e mentali, facendoci sentire ancora più stanchi e meno produttivi nel pomeriggio. Il fenomeno è spesso legato al caro-vita: i piemontesi, infatti, combattono l’aumento del costo della vita adottando alcune contromisure. Il 45% degli intervistati dichiara di portarsi il pranzo da casa per poterlo consumare sul luogo di lavoro – spesso consumato proprio davanti al computer – con alimenti più sani di quelli che potrebbero trovare nei ristorantini vicini all’ufficio. Al secondo gradino del podio, ci sono coloro che prediligono la mensa del proprio posto di lavoro (14%) e, solo il 5% dei rispondenti, afferma di consumare la propria pausa pranzo al ristorante.

Corretta alimentazione?

Ormai è risaputo che una corretta alimentazione incide fortemente sul rendimento lavorativo e che ha un ruolo significativo per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro; infatti la maggior parte degli infortuni sul luogo di lavoro avviene nelle ore successive al consumo del pranzo.

Ma quanto è seguita una sana dieta in ufficio? Dall’indagine emerge che meno di 1 piemontese su 3 giudica “corretta” la propria alimentazione quotidiana sul luogo di lavoro: secondo coloro che non ritengono di alimentarsi correttamente, il problema più importante è rappresentato proprio (e ancora una volta!) dalla mancanza di tempo. Lo sostengono infatti 7 individui su 10 fra coloro che ritengono di non alimentarsi correttamente sul luogo di lavoro.

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