Economia e lavoro - 19 giugno 2024, 07:00

Parodontite: cos’è e come risolverla

La parodontite è una delle patologie più gravi che possono colpire i denti. A livello clinico, è una malattia di natura infettivo-infiammatoria di origine batterica che colpisce il parodonto, ossia il tessuto che costituisce il sostegno del dente.

Parodontite: cos’è e come risolverla

Si contraddistingue per un percorso evolutivo che interessa inizialmente la gengiva, con l’insorgenza di gengivite. In una fase successiva, l’infezione colpisce i legamenti parodontali e l’osso alveolare.

Molte volte la conseguenza finale di tutto ciò è una mobilità dei denti, con un rischio molto alto di perderli.

Fattori di rischio:

La causa principale della parodontite è la placca batterica ma può essere favorita anche da specifici fattori di rischio. Ecco i principali:

l  Igiene orale non adeguata

l  fumo di sigaretta

l  diabete

l  artrite reumatoide, sindrome di Down, infezione HIV

l  pazienti che assumono farmaci come steroidi, ciclosporine e calcioantagonisti, presentano una maggiore suscettibilità alla patologia

Doveroso è ricordare che, a seguito di numerosi studi, è stato riscontrato che i pazienti con parodontite hanno un maggior livello di rischio di soffrire di patologie cardiovascolari. 

Pur non essendo una patologia ereditaria in molti casi c’è una predisposizione familiare alla parodontite. Essa può presentarsi in diverse forme. Scopri quali nel prossimo paragrafo!

Forme di parodontite:

Come appena accennato, la parodontite può palesarsi in diverse forme. La più comune riguarda soprattutto pazienti in età adulta. 

Il suo decorso è lento. Alla luce di ciò, se si procede in tempo con la diagnosi e con il trattamento, ci si può aspettare una prognosi non negativa, con la conseguente conservazione dei denti. 

Essenziale è ovviamente rivolgersi a professionisti altamente specializzati, in grado di valutare diverse soluzioni a seconda del caso clinico. (ClinicaVilla.com è uno dei principali punti di riferimento a Biella e, in generale, in Piemonte).

Le forme che colpiscono i pazienti giovani (parodontite aggressiva giovanile) invece, hanno una progressione mediamente più rapida e tendono, in molti casi, a rispondere con un’efficacia inferiore ai trattamenti.

Sintomi:

La prevenzione rappresenta la prima strada da percorrere per evitare di avere a che fare con la parodontite. Nonostante ciò, può capitare che la patologia si presenti comunque. 

La conoscenza dei sintomi può essere decisiva e permette di intervenire in maniera tempestiva.

Quali sono i segnali a cui fare attenzione? Ecco i principali:

l  Sanguinamento gengivale spontaneo

l  Perdite ematiche nel corso dello spazzolamento dei denti

Un altro campanello d’allarme da non sottovalutare è l’alitosi.

Essenziale è quindi fare attenzione ad altri segnali, tra i quali è possibile includere la recessione gengivale. Di cosa si tratta? Come si può evincere dall’espressione clinica stessa è un quadro che si contraddistingue per il ritiro della gengiva e per l’esposizione di parte della superficie radicolare del dente. 

Nel momento in cui si dovessero riscontrare questi segnali, è cruciale contattare il prima possibile uno specialista, onde evitare di arrivare a quadri con sintomi tardivi, come per esempio la mobilità dentale.

Un altro punto fondamentale da sottolineare riguarda il gonfiore delle gengive. Il dolore si manifesta, nella maggior parte dei casi, solamente quando la parodontite è in fase avanzata e quando è alto il rischio di andare incontro alla perdita dei denti.

Diagnosi:

Nei casi in cui si ravvisano i succitati sintomi e ci si rivolge a uno specialista, quest’ultimo formula la diagnosi in base a radiografie specifiche e a seguito del cosiddetto sondaggio parodontale. Di cosa si tratta? Di un’indagine che prevede il ricorso a una sonda specifica.

Lo specialista la applica nello spazio tra dente e gengiva, ricavando alcuni dati importantissimi. Tra questi molto importante è la profondità del solco gengivale.

Quando il quadro è nel perimetro della fisiologia, si parla di una profondità compresa tra 0 e 3 mm. Nei frangenti in cui si supera questo valore, la condizione è nel campo della patologia in quanto si è in presenza di una tasca parodontale.

 

Richy Garino

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