Margaret Bourke-White è stata un’icona della fotografia del primo Novecento. Le sue foto e suoi reportage per la rivista Life, nata nel 1936, hanno documentato gli eventi più drammatici del XX secolo.
A Camera fino al 6 ottobre
La mostra che Camera le dedica, a 120 anni dalla sua nascita, raccoglie un corpus di 150 immagini, esposte fino al 6 ottobre.
Nata nel 1904 a New York, Bourke-White ha raccontato le trasformazioni del mondo con immagini che sono entrate nei libri di storia, sempre mantenendo un doppio punto di vista in ogni situazione.
“L’immagine celebre di Bourke-White appollaiata sul gargoyle del Chrsysler Building negli anni in cui a New York ci si stava lanciando nella costruzione del grattacielo più alto, trasmette l’idea del suo tentativo di innalzarsi e avere un punto di vista sempre più alto. Un carattere incurante del pericolo e determinato che porta Margaret a essere una delle voci più rilevanti del Novecento con una volontà di andare oltre i limiti e le barriere politiche e culturali. Una storia la sua che si lega alla rivista Life, periodico che arriva a essere letto da milioni di abbonati e per cui firma la copertina del primo numero” spiega la curatrice Monica Poggi.
Da Stalin a Gandhi
C’è lo scatto rubato a Stalin, in un raro momento in cui il dittatore sorride, proprio dopo aver visto la fotografa far cadere delle lampadine del flash. Ma ci sono anche le immagini diventate tragicamente famose che raccontano la liberazione dei campi di concentramento di Buchenwald. E poi ancora le fotografie iconiche che ritraggono Ghandi durante gli anni del movimento di liberazione della dominazione britannica.
Gli scatti fatti in Corea
Poche ore dopo la sua intervista, il leader induista sarà assassinato e la fotografa documenterà ancora il caos generato dai suoi funerali. L’ultimo grande servizio che Bourke-White realizza è quello della guerra in Corea. Negli anni che seguirono la fotografa dovette abbandonare la sua carriera a causa del morbo di Parkinson, malattia che la portò alla morte nel 1971.
In dialogo con gli scatti di Bourke-White il fotografo italiano, Paolo Novelli. Un contrasto tra le immagini potenti e spettacolari della Bouke con l’universo più intimo e personale di Novelli. “Un onore essere qui perché qui si fa cultura fotografica” commenta il fotografo che lavora ancora in analogico.
Per info: www.camera.to