Cultura e spettacoli - 06 giugno 2024, 13:47

La Flagellazione di Cristo arriva alla Reggia di Venaria: il capolavoro di Caravaggio si unisce alle opere di Capodimonte [FOTO]

La tela del 1607 è stata collocata al secondo piano. Sarà esposta fino al 15 settembre

tela di caravaggio

Caravaggio sbarca alla Reggia di Venaria

La Flagellazione di Cristo di Caravaggio si è unita al resto delle opere provenienti dal Museo di Capodimonte in mostra alla Reggia di Venaria. Esposta temporaneamente al Museo Diocesano di Napoli e prima a Parigi, è arrivata ieri sera in un viaggio diretto, scortata dai carabinieri.

 

Una notte in citroniera

L’opera è rimasta nella citroniera con una guardia armata tutta la notte e questa mattina è stata spostata la secondo piano della Reggia con una gru, attraverso la terrazza. Una volta nella stanza è stata montata nella cornice seicentesca e montata nello spazio vuoto che attende di essere riempito dell’apertura della mostra. 

Made in Napoli

Realizzata in origine per la chiesa di San Domenico Maggiore di Napoli, la Flagellazione rimase lì fino al 1972, quando il Fondo Edifici di culto del Ministero della Cultura la diede in consegna al Museo di Capodimonte. 

Unico Caravaggio della collezione, fu commissionata da Tommaso de Franchis per la propria cappella ed è considerata il manifesto dell’ultimo periodo del maestro. 

In quel periodo Caravaggio era già in fuga da Roma dopo aver commesso l’omicidio di Ranuccio Tommasoni. Soggiornò a Napoli due volte prima nel 1607 e poi nel 1609. Da qui partì poi alla volta di Porto Ercole dove morì nel 1610.

La sua presenza a Napoli fu fondamentale per l’arte partenopea. La sua eredità sarà colta da Ribera fino ad Artemisia Gentileschi. 

 

Un periodo tormentato

La città ancora oggi ospita un altro suo capolavoro, la pala delle Sette opere di Misericordia. Un periodo tormentato quello trascorso dal pittore a Napoli, in cui la sua produzione prende toni più cupi e figure più drammatiche. Studi hanno rivelato che all’interno della tela vi era una figura al di sotto del flagellatore sulla destra che poi venne coperta, segno della complessità che segnò la sua realizzazione. 

Tormento e realismo sono protagonisti della scena con riferimento però alla statuaria classica, in una composizione che stravolge l’iconografia dell’epoca. Il Cristo infatti è rappresentato nel momento in cui sta per essere flagellato? ma presenta già in testa la corona di spine della Crocifissione. 

“Un fotogramma bloccato” prima che l’azione si compia come diceva Roberto Longhi, in cui appare netto il contrasto tra i visi cupi e grotteschi del flagellatori, volti ripresi dai visi del popolo, e il Cristo con la sua natura divina e paradossalmente quasi serena.

Chiara Gallo

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