Attualità - 05 giugno 2024, 16:17

Ambientalisti sul piede di guerra contro TOdays: "No al Festival nel parco della Confluenza"

I Comitati della Resistenza Verde chiedono la tutela e la protezione della fauna selvatica e dell'ambiente: "chiediamo di situare grandi eventi, strutture ed edifici fuori dalle aree green esistenti"

Ambientalisti sul piede di guerra contro TOdays: "No al Festival nel parco della Confluenza"

Ambientalisti sul piede di guerra contro TOdays: "No al Festival nel parco della Confluenza"

Con una lunga lettera aperta indirizzata, tra gli altri, agli assessori al Verde pubblico, alla Transizione Ecologica e ai Grandi Eventi di Torino, Francesco Tresso, Chiara FogliettaMimmo Carretta, oltre che all’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po, numerose associazione ambientaliste scendono sul piede di guerra per contestare la decisione di far svolgere la prossima edizione di TOdays Festival al parco della Confluenza.

Il no da parte dei Comitati della Resistenza Verde

I Comitati della Resistenza Verde (Acqua Pubblica Torino, Alberi Urbani, Cit Turin per Torino Sostenibile, Difesa del parco della Pellerina, EsseNon, Salviamo gli Alberi di corso Belgio, Salviamo il Meisino, Salviamo il Paesaggio–Torino, Salviamo i Prati e Salviamo la Pellerina) si associano alle istanze del Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni ambientaliste per la Tutela e la Progettazione del Verde nella lettera aperta “Perché il Festival Torino Todays al Parco della Confluenza?” del 22 maggio 2024 scorso.

"La collocazione del Todays Festival al Parco della Confluenza confligge gravemente, come quella della Cittadella dello Sport al Parco del Meisino, con la tutela degli ambienti naturali e con la protezione della fauna selvatica", sottolineano nella loro missiva. "La ricchezza della fauna selvatica, stanziale e migratrice, del Parco della Confluenza è ben nota a tutti. Chiediamo pertanto all’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese, la cui prima finalità, nei parchi affidati alla sua gestione, è di tutelare, gestire e ricostituire gli ambienti naturali e seminaturali che costituiscono habitat necessari alla conservazione e all’arricchimento della biodiversità, di farsi baluardo contro tutte le speculazioni e le mercificazioni dei parchi fluviali torinesi".

"La difesa della natura viene prima di tutto"

La Fondazione Reverse, organizzatrice del festival, dichiara: “La scelta della location risponde all’esigenza di voler aumentare la capienza del festival, che in base al richiamo degli artisti in cartellone potrà anche superare il limite delle 5.000 persone. “Per noi invece il parco della Confluenza esprime un concetto importante, come la confluenza di culture e l’inclusione”, aggiungono gli ambientalisti. "La sostenibilità implicherebbe invece primariamente porsi dei limiti, come scriveva il Club di Roma nel 1972, nel famoso e purtroppo inascoltato rapporto The Limits of Growth. E includere nella nostra visione non solo la/le cultura/e (gli esseri umani e le loro attività), ma anche la natura: fauna e flora, suolo, aria, acqua".

"Il verde in città è rete ecologica urbana, entità vivente più ricca di biodiversità di certi ecosistemi agricoli degradati dall’uomo. La tutela del verde pubblico dev’essere anteposta a qualsiasi “valorizzazione” che troppo spesso diventa monetizzazione e privatizzazione", aggiungono gli esponenti dei Comitati della Resistenza Verde.

"Valorizzazione non deve essere monetizzazione"

"Ai precedenti del Salone dell’Auto e dell’Eurovision al Valentino citati nel Comunicato Stampa del Coordinamento del Verde si deve aggiungere quello, altrettanto grave, del prato di Piazza d’Armi, periodicamente requisito alla collettività e irreversibilmente devastato anche da scavi profondi, per gli eventi collaterali agli Atp Finals Evidenziamo che il Todays Festival beneficia di un finanziamento pubblico di € 650.000, secondo l’avviso pubblico della Fondazione per la Cultura Torino: dopo l’evento si spenderanno altri fondi per un impossibile ripristino?", si domandano gli ambientalisti.

"Nel caso del parco della Confluenza come in altri, il nostro “no” non significa “no ai concerti, agli impianti sportivi, a nuovi ospedali…”. Noi chiediamo di situare grandi eventi, strutture ed edifici fuori dalle aree verdi esistenti - conclude la nota dei Comitati della Resistenza Verde. "E questo nostro “no” incondizionato è legittimo e costituzionale: con riferimento all’art. 9 della Costituzione, ai sensi del quale la Repubblica tutela, oltre al paesaggio, l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni".

redazione

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