"Mia figlia non ne può più, dobbiamo tirarla fuori". Così Roberto Salis, il papà di Ilaria, durante il Salone del Libro 2024.
"Ilaria resta per 23 ore al giorno chiusa in cella, ha un’ora d’aria. È un carcere duro che è peggiore del 41bis in Italia". Ilaria, la maestra antifascista, in carcere in Ungheria dal febbraio 2023, è candidata con Avs nella circoscrizione Nord Ovest come capolista e nelle Isole, anche se ovviamente non potrà sostenere in prima persona la campagna. Così, come per il processo, il papà sarà la voce di Ilaria in Italia.
"Non può ricevere comunicazioni dall'esterno, è sottoposta a regime alimentare rigido". I genitori hanno potuto prendere comunicazione con la figlia solo dal 7 settembre scorso. "Ilaria è una roccia, una persona molto motivata".
La prossima udienza di Ilaria sarà il 24 maggio, poi lo stop del tribunale fino a settembre per la pausa estiva. "La settimana scorsa abbiamo ricevuto notizia che alcuni atti processuali fondamentali che dovevano essere tradotti saranno disponibili solo a novembre, quando il processo è stato incardinato l'anno scorso".
Se eletta, Ilaria avrebbe diritto all'immunità parlamentare ed è proprio su questo che contano i famigliari e i legali. "Sarebbe scarcerata. Poi bisogna vedere cosa farà Orban con questa immunità e cosa faranno lo Stato Italiano e l'Unione Europea. Certo c'è un'incongruenza, se Ilaria fosse ungherese dal 1° maggio godrebbe già dell’immunità in quanto candidata".
“Ilaria ha sempre fatto politica da quando ha 15 anni. Mi sono sempre augurato che ci fosse questa svolta. Non penso di averla mai avuta vinta in un discussione politica con lei. Bisogna stare attenti a sfidarla. Certo non pensavo avvenisse in questo modo. Penso sia l’unica volta in Italia in cui qualcuno fa campagna elettorale in prima persona senza essere candidato”.
“La situazione politica ungherese è molto complessa. C’è in atto un’attività politica basata su un nazionalismo etnico. Orban per continuare a portare avanti questa politica ha bisogno di gesti come questi. Ilaria è una donna non ungherese antifascista. Deve dare un esempio a chiunque di non poter andare lì a mettere in dubbio quello che accade in quel paese”.
Roberto Salis è al Salone per partecipare al panel "Spezzare le catene".
"Il mio messaggio è bisogna liberare Ilaria".
Mercoledì è stata l’ultima comunicazione con la figlia: "Lei è stata pesantemente sotto stress per la scelta della candidatura. Non sa cosa succede in Italia. La sua candidatura è una risposta politica a un problema politico".
"Ilaria si doveva prendere il tempo di accettare questo impegno", commentano Marco Grimaldi (AVS) e Alice Ravinale (Sinistra Ecolgista). "Ilaria può ricevere due libri al mese. Quegli gli bastano per qualche ore perché 24 ore sono lunghe da far passare". Da qui l’appello a tutti gli editori: "Mandate tutti i libri alle carceri e a Ilaria. Un libro può essere sottoposto a embargo?".