"Si sta fermando tutto, in questa regione. E quando c'è lavoro, o è accompagnato da ammortizzatori sociali o è precario. Quando il governo dice che c'è una ripresa occupazionale, questo non riguarda il Piemonte". Così Giorgio Airaudo, segretario generale di Cgil Piemonte, commenta i dati elaborati a livello regionale sull'andamento e sull'incidenza della cassa integrazione. "L'automotive, con i contratti di solidarietà annunciati ieri a Mirafiori, non sono che uno degli elementi di difficoltà".
Torino respirava, ma ora è in apnea
I numeri dicono che nel 2023, rispetto al 2019, i milioni di ore sono saliti a 20,5 milioni di ore autorizzate, in crescita del 48% rispetto alle 13,8 milioni di ore di quattro anni fa. A livello di province, però, Torino è l'unica a vedere una diminuzione: -2%. "Ma l'effetto della 500 è dei contratti di solidarietà a Stellantis, oltre alla cassa, li vedremo a breve. I primi due mesi del 2024 ci dicono che la situazione, già grave, sta precipitando".
Non solo manifattura
Infatti, andando per settori, il primo bimestre dell'anno vede le attività manifatturiere aumentare del 105%, il commercio (ingrosso e dettaglio) del 516%, le costruzioni del 14% e i trasporti e magazzinaggio addirittura del 1220%.
"Aspettiamo nuovi costruttori, anche di auto"
"La ripresa post Covid è finita. Lanciamo un grido d'allarme - prosegue - servono politiche in controtendenza. Ed è importante che Comune, Regione e Governo si adoperino per capire esattamente le intenzioni di Stellantis". Senza dimenticare i paventati investitori stranieri: "Che siano cinesi, coreani o americani, bisogna creare le condizioni che investono qui. Altrimenti finisce come con la Gigafactory, che poi è finita a Termoli".
"Visto che a breve si vota, in Piemonte, ci pare che il tema del lavoro non sia al centro del dibattito politico".
Gli spazi ci sarebbero: "In Piemonte ci sono un sacco di spazi da riutilizzare, dalla ex Bertone agli altri stabilimenti non più utilizzati, come quelli ex Pininfarina".
Soffrono anche gli altri settori
Ma patiscono anche altri settori, lontani dalla manifattura. Per esempio le comunicazioni. "Incidono i call center, soprattutto nel Canavese, con gli effetti anche di tutto ciò che sta succedendo dentro Tim. È un lavoro sempre più disperso, ma la bomba sociale è latente", spiega Airaudo.
E anche la logistica soffre, "segno che si sono contratti i consumi e quindi ci sono meno merci da spostare".
Tra le altre province, Alessandria segna un 471%, Cuneo un 208%, Asti un 162% e il Vco un 160%. "Sono rientrate meno produzioni rispetto a quelle che ci si aspettava dopo la pandemia". Biella fa 32% e Novara 90%.