Venerdì 12 aprile è in programma lo sciopero generale del settore automotive per la situazione di Stellantis, in particolare dello stabilimento di Mirafiori e di tutto l'indotto: durante la giornata si svolgerà una manifestazione che terminerà davanti a Palazzo Civico: si tratta di una mobilitazione in grado di unire non solo i sindacati dei metalmeccanici Fiom, Fim, Uilm, Uglm e Fismic-Confsal, oltre all'associazione dei quadri e dei capi Fiat.
Fare squadra con il Comune
L'argomento è stato nuovamente affrontato durante una seduta della 3° Commissione del Consiglio Comunale. Dagli esponenti delle organizzazioni coinvolte nella riunione è partita una richiesta di collaborazione alla Città di Torino, per farsi portavoce delle istanze presentate con i livelli istituzionali superiori; a corredo sono stati presentati alcuni dati, come la riduzione del numero di addetti a sole 12mila unità, la presenza della 500 elettrica come solo modello di punta e il ridimensionamento della produzione Maserati (per cui è prevista la firma di un contratto di solidarietà, ndr).
“La realtà - ha dichiarato Giovanni Mannori della Fiom – è drammatica e i numeri danno la proporzione effettiva dell'emergenza in corso: l'obiettivo è quello di tenere la porta aperta di una casa che, negli anni, è stata depredata anche se l'azienda aveva promesso nuovi modelli. Il 50% di Mirafiori è attualmente improduttivo, la città del Museo dell'Auto rischia di diventare essa stessa un museo dell'auto, ma siamo ancora in tempo per invertire la rotta: il nostro è un grido che arriverà sotto il Comune”.
Contrasto alla politica industriale di Stellantis
I sindacati hanno poi ribadito la contrarietà rispetto alle scelte di politica industriale di Stellantis: “Se non si interviene - ha commentato Igor Albera di Fim-Cisl – il ridimensionamento continuerà inesorabilmente portando a conseguenze irreparabili. L'intenzione dell'azienda è quella di trasformare Mirafiori in qualcosa che sicuramente non ci piacerà: non vogliamo un 'automitive park' dove svolgere tante attività legate al mondo dell'auto, ma vogliamo vedere produrre automobili perché oltre alle competenze rischiamo di perdere anche la manodopera con pesanti ricadute sull'offerta lavorativa”.
Le richieste
In conclusione sono state presentate anche alcune richieste in linea con quanto anticipato in precedenza: “Stellantis - ha affermato Sergio Di Ruzza della Uilm – ha annunciato nuovi modelli ma con date lunghissime. Noi, invece, abbiamo bisogno di 3 cose: sviluppo, concretezza e nuove vetture senza annunci vari. Senza nuove prospettive dovremo inventarci qualcosa perché i contratti di solidarietà non basteranno più”.
"Occorre un segnale di impegno chiaro e concreto nel settore industriale di Torino che parte dall'Automotive - dichiara Sara Rinaudo, segretario territoriale Fismic Confsal -. Il futuro dobbiamo programmarlo ora, un futuro fatto di produzione. Per Stellantis, oltre agli investimenti su economia circolare, battery hub e green campus occorre investire con l'arrivo di nuovi modelli su Mirafiori. In generale l'intero tessuto produttivo torinese necessita di un piano strategico di ripresa e sviluppo che incroci sostenibilità ambientale e sociale e che dia prospettive di occupazione presente e futura per i nostri giovani".
"Siamo giunti a un momento difficile. Gli ammortizzatori sociali prevalgono le richieste di mercato - dice Ciro Marino segretario della UGL Metalmeccanici di Torino -. Oggi anche il modello Levante, è giunta a termine e non sarà più prodotta a Mirafiori, resta solo la Bev anch’essa con annunci di ammortizzatori sociali. Credo che sia giunto il momento di fare fronte comune, così come abbiamo fatto noi organizzazioni sindacali mettendo da parte le proprie ideologie per il bene dei lavoratori, facciano lo stesso anche istituzioni comunali e regionali per il bene di Torino. La transizione ecologiaca ben venga ma non a discapito di missioni produttive e occupazionali. La manifestazione unitaria del 12 aprile sia un amplificatore per trasmettere in modo chiaro il segnale di aiuto che il sindacato tutto sta sollevando. Il problema occupazionale maggiore è l’indotto che Cuba 2 su tre lavoratori del settore, anche se arriva un nuovo modello e non si salvaguardia L’indotto, rischiamo di risolvere un problema, ma resterebbero comunque invendute le vetture, perché il tessuto occupazionale resterebbe in forte affanno".
La proposta del Consiglio Comunale
Il presidente della Terza Commissione del Consiglio Comunale Pierino Crema ha proposto, ricevendo supporto dai colleghi, di elaborare un documento condiviso con tutti i gruppi sul tema da approvare in Sala Rossa.