"È sua la bici? Non può lasciarla lì. Ne va del decoro del Grattacielo". Ecco il problema della nuova sede della Regione Piemonte: la presenza di biciclette.
A farlo presente, con garbo e cortesia, ma senza provare il minimo imbarazzo nell'eseguire il compito, sono alcuni addetti della sicurezza privata che vigila su chi entra e chi esce dal Grattacielo della neo-ribattezzata piazza Piemonte. La bicicletta in questione, la mia (come mi sono prontamente assunto la responsabilità di ammettere), è legata a pochi passi dalla ciclabile di colore rosso che porta alla stazione Lingotto. Appoggiata proprio al segnale che indica il nome della piazza.
Tutto intorno ci sono cantieri, auto parcheggiate in maniera creativa, rifacimenti e costruzioni di edifici rimasti a metà ormai da anni, ma il problema è una bicicletta lasciata in zona Grattacielo. E non in maniera disordinata eh? Legata a un palo, come capita in tutte le zone del pianeta, ad almeno 30 metri dalle porte scorrevoli che fanno da ingresso alla sede dell'ente locale. Nessun intralcio, nessun cenno di disordine, nessun abbozzo di degrado.
Ma tant'è. C'è una bici legata al palo. Bisogna eliminare la minaccia.
Tutto intorno, peraltro, non c'è traccia di una rastrelliera. Solo altri pali di cartelli stradali e qualche transenna di protezione per chi deve attraversare via Nizza sulle strisce pedonali. E ci sono altre bici.
Su questo tema, peraltro, nelle scorse settimane si era sollevata anche una polemica politica sull'assenza di rastrelliere e strutture idonee a parcheggiare le biciclette. Discussioni che non hanno portato a nulla. Ma intanto, guai a lasciare le biciclette legate ai pali.