"Il 10° febbraio non deve essere occasione di divisione, ma di costruzione di un comune percorso di diritti e democrazia. Il valore del ricordo, ma anche di temi come l'accoglienza ed integrazione, costruendo una società sulla pluralità e rispetto". Con queste parole il sindaco Stefano Lo Russo è intervenuto in Sala Rossa dove questo pomeriggio si è svolta la celebrazione istituzionale del Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo dei cittadini italiani dall'Istria da Fiume e dalla Dalmazia, delle vicende del confine orientale italiano.
Le polemiche
"La responsabilità ulteriore - ha aggiunto il primo cittadino, prima della consegna delle onorificenze - è quella di ribadire l'adesione piena a quei valori che ci rendono umani, quelli della nostra Costituzione repubblicana. Soprattutto in un tempo in cui rischiano di riemergere comportamenti divisivi".
E la commemorazione in Sala Rossa è stata segnata dalle polemiche: l'assessore regionale all'Integrazione Maurizio Marrone è tornato ad attaccare lo storico Eric Gobetti. Il viso dell'autore del saggio "E allora le foibe" ieri è finito su manifesti a firma "La Barriera", mentre stamattina si è svolto un presidio di Gioventù Nazionale contro di lui davanti al liceo D'Azeglio, dove Gobetti era stato fatto invitato a parlare.
"Il fatto - ha osservato Marrone - che siano proprio i più giovani a contestarlo, è segno che tanti anni di testimonianza a scuola degli esuli abbiano rafforzato le coscienze".
A replicare la capogruppo di Sinistra Ecologista Alice Ravinale, che chiarisce: "È gravissimo che l'assessore di Fratelli d'Italia Marrone partecipi, da un'aula istituzionale, alla messa alla gogna di uno storico serio quale è Eric Gobetti, che ad ogni Giorno del Ricordo è oggetto di minacce personali sempre più gravi".
"Da chi ricopre così alte cariche istituzionali - prosegue l'esponente della maggioranza - ci aspettiamo la difesa delle regole democratiche, non la rivendicazione delle intimidazioni nei confronti di studiosi. È inaccettabile".
A intervenire nel dibattito il capogruppo del M5S Andrea Russi, nella doppia veste di figlio di esuli. "Non appoggio nulla - chiarisce il pentastellato - di ciò che dice Gobetti". "E tra l'altro - aggiunge - a me spiace che il PD in Circoscrizione 5 inviti a parlare proprio il 10 febbraio, proprio nel giorno del Ricordo, una figura tanto divisiva per la nostra comunità".
Il villaggio Santa Caterina
A prendere la Consigliera dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Comitato Provinciale di Torino Giulia Cnapich, che ha detto: "Mio nonno è di Pola e mia nonna è ancora residente nel villaggio Santa Caterina di Torino: si sono conosciuti durante l'esodo. Il compito di noi figli e nipoti è custodire e tramandare le vicende che oggi ricordiamo". "Ai profughi - ha concluso il vicepresidente del Consiglio Comunale Domenico Garcea - va un pensiero commosso: la loro angoscia e sofferenza non accadano mai più".
Al termine della commemorazione sono state consegnate diploma e medaglia ad Antonia e Silvana Bensa, in memoria del padre Michele. Nato a Gorizia il 31 marzo 1878, capostazione delle Ferrovie dello Stato, Michele Bensa fu catturato da partigiani slavi a San Pietro in Selve.