"La casa non è una merce, è un diritto": parte da questo slogan la campagna di raccolta firme per una delibera di iniziativa popolare con l'obiettivo di contrastare l'emergenza abitativa lanciata oggi da un gruppo di organizzazioni e cittadini del quartiere Aurora.
La delibera
Nel documento sono contenute diverse proposte suddivise in quattro punti, sollecitando soprattutto le istituzioni e in particolar modo la Città di Torino: il censimento degli alloggi vuoti da più di due anni collaborando con enti come il Comune, il Catasto e l'Agenzia delle Entrate anche con segnalazioni da parte dei cittadini, diffidare i proprietari "assenteisti" con particolare attenzione a chi detiene più di cinque alloggi a presentare entro 90 giorni le ragioni di questa situazione e un'idea su come metterlo nuovamente a disposizione.
"Promuoveremo l'uso sociale degli immobili riqualificando l'agenzia Locare e l'eventuale sanzione con strumenti fiscali (aumento Tari e addizionale Imu, ndr) fino ad arrivare alla requisizione del bene con il pagamento di un' indennità a un valore inferiore a quello di mercato", viene sottolineato.
Torino come l'Europa
I proponenti, nel frattempo, hanno aperto un fronte di discussione e confronto con tutta la cittadinanza e su tutto il territorio di Torino. La partecipatissima assemblea di lancio dimostra l'attenzione al tema: "Si tratta - spiegano - di una soluzione pragmatica e ragionevole che non risolverà del tutto l'emergenza abitativa ma riapre un fronte comune. Non è una proposta radicale perché vuole allineare Torino ai più elevati standard normativi europei testimoniati da Catalogna, Scozia, Paesi Bassi e Portogallo, mentre in Italia si adottano misure poco efficaci che criminalizzano i bisogni difendendo la proprietà e la rendita fondiaria".
Il sostegno di Ravinale (Sinistra Ecologista)
La consigliera comunale di Sinistra Ecologista si è dichiarata d'accordo con i contenuto della proposta: "Sul totale delle domande - ha commentato - solo il 20% delle persone entra in una casa popolare e con la normativa regionale in fase di approvazione la situazione peggiorerà perché verranno esclusi migliaia di cittadini stranieri con il pretesto dei 20 anni di anzianità di residenza; come se non bastasse, il governo Meloni ha tagliato i fondi per l'abitare e in assenza di un piano edilizio le cose peggioreranno".