Attualità - 21 dicembre 2023, 12:16

Natale 2023, Repole: "Mai dimenticare i diritti di tutti, a cominciare di chi rischia di perdere il lavoro"

L'arcivescovo di Torino torna sui temi sociali: "È terribile pensare a un padre che non sa cosa fare per I propri figli". A gennaio vertice con Lo Russo e Cirio. Stellantis? "Possibile, ma non so quando"

Natale 2023, Repole: "Mai dimenticare i diritti di tutti, a cominciare di chi rischia di perdere il lavoro"

"Spesso si enfatizzano i diritti individuali, che sono importanti, ma a discapito di quelli collettivi che sono altrettanto importanti, se non do più. Assistiamo a situazioni in cui le persone perdono il lavoro e non vorrei mai trovarmi nei panni di un papà che non sa cosa fare per i propri figli". Così Roberto Repole, arcivescovo di Torino, ha voluto confermare quel ponte - non solo spirituale - con Cesare Nosiglia e con quella vicinanza che la Chiesa torinese ha con il mondo del lavoro torinesi e le tante crisi che si trova ad affrontare a cadenza regolare.

Lo ha fatto in occasione degli auguri di Natale, annunciando anche - dopo le Feste - un incontro con le istituzioni. Il 16 gennaio un incontro con il sindaco, Stefano Lo Russo e con il presidente della Regione, Alberto Cirio, su cosa sia il bene per Torino, mentre il 20 ci sarà un incontro con amministratori di Torino e provincia. "Bisogna pensare e costruire, mentre spesso ci si abbandona alla lamentela". "Anche dal punto di vista del lavoro, serve una visione prospettica e la presa di coscienza che, in una comunità, in tanti si possono prendere una responsabilità e mettersi a disposizione".

Su Stellantis, per un incontro con i vertici "penso ci saranno delle possibilità, ma non è stato ancora fissato nulla. Dopo il mio appello, però, ci sono state condivisioni da parte di molti. E questo è positivo. Si sono fatti vivi e troveremo un modo per incontrarci".

Il Natale degli esclusi (e di chi corre)

"Natale per molti è un giorno di festa, ma le più fragili e povere lo soffrono in maniera particolare, sono coloro che, più poveri e fragili, sentono ancora di più l'esclusione sociale in questo periodo - ha aggiunto Repole -. Ma anche per gli altri, ormai, è un momento di frenesia, di fretta e di corsa a regali che non si sa nemmeno più cosa comprare".

"Bisogna recuperare il valore fondamentale del Natale, del figlio di Dio che abbandona il mondo divino per donarsi agli uomini. Natale è l'occasione in cui riprendere confidenza, per tutti, che ciò che viviamo nella nostra vita non è qualcosa di scontato".

Il motivo del dono 

Repole ha voluto anche riflettere sul dono, sotto Natale e sul suo vero motivo. "Se c'è un motivo per cui a Natale ci scambiamo dei doni, non ha una radice consumistica, ma per riassaporare la gratuità del gesto. Mai come quando siamo gratuiti, siamo davvero noi stessi. Invece l'economicismo imperante funziona nella logica inversa, dando valore a quanto si spende".

"Come sarebbe bello se riuscissimo, insieme, a non vedere solo gli effetti deleteri dell'egoismo, ma anche i germi di generosità che ci sono, non solo a Natale. C'è tanto bene, penso all'ospedale del Regina Margherita. Medici, infermieri, ma anche volontari e insegnanti. E poi i volontari nel carcere, senza dimenticare quella tradizione dei santi sociali che ancora oggi accoglie chi è in difficoltà".

Una narrazione da cambiare

L'arcivescovo è anche tornato sui fatti recenti degli attivisti ambientalisti che hanno interrotto la Messa. Un esempio per invitare a completare la narrazione. "I giovani portano avanti istanze molto positive, ma in quell'occasione lo hanno fatto in maniera un po' grossolana. Ma nella stessa cattedrale pochi giorni prima migliaia di giovani si erano raccolti in silenzio: dobbiamo imparare a osservare e cogliere anche questi aspetti, nella narrazione del reale. Non bisogna enfatizzare un aspetto a discapito di altri".

Massimiliano Sciullo

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