"Bisogna dire molto chiaramente che questa decisione è di un signore, Alberto Cirio, che ha scelto di far costruire l'ospedale altrove e non dove c'era già pronto un progetto ed un'area, perché quel territorio è governato dal centrosinistra". Paolo Montagna, sindaco di Moncalieri, non usa mezze misure per attaccare la Giunta regionale e trova sponda nel suo collega Giampiero Tolardo, primo cittadino di Nichelino: "Dobbiamo avere la forza di contestare e opporci a questa decisione, lo dico da amministratore senza avere paura di schierarmi e denunciare una scelta sbagliata".
"Cambiano costerà 150 milioni in più"
Dalla sede della Croce Rossa di Nichelino arriva l'urlo delle due principali realtà della cintura sud di Torino contro la decisione di accantonare l'ipotesi Vadò e scegliere Cambiano come sede del futuro ospedale unico dell'Asl To5. E per dare valore alle parole anche attraverso i numeri, giunge in loro soccorso anche il consigliere regionale del Pd Diego Sarno: "Cambiano costerà 150 milioni in più rispetto al progetto Vado' che è stato accantonato, nonostante l'ok della Regione a guida Chiamparino nel passato ed il finanziamento dell'Inail per realizzarlo".
Sarno: "Non si potrà costruirlo entro il 2030"
Sarno ricorda che uno dei motivi per cui è stato bocciato Vadò è il rischio idrogeologico dell'area, ma fa notare che pure Cambiano presenta problematiche analoghe, sottolineando come la nuova destinazione sia molto meno baricentrica rispetto alla prima opzione e privilegi un'area che viene raggiunta con fatica dai mezzi. "E non si potrà realizzarlo entro il 2030, come sostiene la Regione, visto che c'è da partire praticamente da zero. Non hanno avuta capacità di programmazione e hanno fatto troppe scelte sbagliate", ha attaccato Sarno. Il che vuol dire dover andare avanti ancora a lungo con strutture come il Santa Croce di Moncalieri che denunciano tante criticità e il peso degli anni.
Nella serata, che ha avuto in Fabrizio Pulcini, farmacista e consigliere comunale, il padrone di casa e moderatore, si è sentita anche la voce delle assessore Paola Rasetto e Carmen Bonino, con la prima che ha annunciato l'intenzione di inserire il dentista sociale tra i progetti del 2024 di Nichelino, mentre la seconda, parlando come medico di base, ha sottolineato e difeso il ruolo della sanità pubblica. Ma parlando di gettonisti e liste di attesa, è stato il presidente dell'ordine dei medici Giudo Giustetto a sottolineare le carenze e i problemi più urgenti.
Giustetto tra medici gettonisti e tagli
"La carenza dei medici oggi è il risultato della mancanza di programmazione seria dei vari governi negli ultimi 15 anni. Dal 2008 si sono tagliati via via i fondi alla sanità, perché era la cosa più semplice per risparmiare. I medici gettonisti arrivano in ospedale e non conoscono i software, i colleghi e forse neppure la struttura che li ospita. E così, ci viene tolto qualcosa piano piano ogni giorno e alla fine saremo bolliti, se non possiamo permetterci di andare dal privato".
Viene ricordato come il 51 per cento delle persone rinuncia alla visita perché spesso viene mandata sempre in posti sempre diversi dalla volta precedente e talvolta anche molto lontani. "Manca la continuità terapeutica, perché la persona non viene più presa in carico, si prova a curare l'organo e non la persona, manca la costanza del rapporto con il medico", ha concluso Giustetto. "Si sta smantellando uno dei valori identitari di questo Paese come la sanità pubblica, un baluardo assieme alla scuola".
Tolardo: "Manca una visione politica sulla sanità"
E appare lontanissimo il dicembre del 1978 quando venne istituito il Servizio Sanitario Nazionale. "Oggi prova a rispondere ancora ai suoi principi fondativi, ma la situazione è molto peggiorata nel corso degli anni", ha concluso Tolardo, parlando da medico prima che da sindaco.
"Se scegli l'ospedale unico in un'area che non è baricentrica come Cambiano, che non è ben servito e non ha ancora un progetto significa perdere altro tempo e non avere una visione politica", alla fine si ritorna di nuovo lì, mentre Sarno ricorda i 1150 sanitari in meno nel 2021 rispetto a pochi anni prima "perché si è scelto di andare verso il privato, rinunciando alle assunzioni nella sanità pubblica". Toni da campagna elettorale, aspettando che tra sei mesi si aprano le urne.