Cultura e spettacoli - 04 novembre 2023, 18:00

Rey Sciutto da TikTok alla settimana dell'arte: "Ben vengano troppi eventi, vuol dire che la città è viva"

Lo storico artistico ospite di Paratissima: "Posti che rivedrei a Torino? il Borgo Medievale e il Museo Lombroso"

Rey Sciutto

Rey Sciutto da TikTok alla settimana dell'arte

Art sharer, art influencer, divulgatore artistico. I modi per definire Rey Sciutto sono tanti: “Nella sua semplicità credo che il termine migliore per descrivere quello che faccio sia storico artistico” commenta lui. 

Classe 1997, bolognese, ha iniziato a muovere i primi passi sui social nel 2018 con il primo canale AllRey, dopo aver rebrandizzato il suo lavoro è approdato su Instagram e TikTok, ottenendo un successo da decine di migliaia di follower. 

In questi giorni, è a Torino per seguire la settimana dell’arte contemporanea.

“Sono andato a Paratissima e ho fatto un salto ad Artissima, sto visitando Mirò. Domenica proverò ad a The Others”. 

Ci sono forse troppe cose da vedere?

Troppe cose vuole dire molta offerta. È un’arma a doppio taglio forse. Ma per me così si ha un’ampia scelta. Ben venga il troppo, vuol dire che la città è viva”. 

I giovani si interessano più all'arte contemporanea o a quella classica? 

"La sensazione generale è che i giovani non si interessano proprio all’arte. Se dovessi scegliere credo che siano più interessati alla classica o a quella moderna fino a Klimt, indicativamente. Qualcosa che sia figurativo e identificabile. Ma è normale - aggiunge - non tutti hanno studiato storia dell’arte, quindi un cesso di Duchamp, resta un cesso. Ma se c’è un’immagine che rimanda a quanto appreso in precedenza, in un contesto di vita quotidiana, è più facilmente apprezzabile”.

Che ruolo gioca chi fa comunicazione? 

"Il ruolo di chi fa comunicazione come me è di avvicinare con un’esca sottoforma di qualcosa di molto conosciuto, che tutti possono comprendere, come ad esempio la Gioconda, e da lì attrarre le persone che si affezionano a chi glielo spiega in maniera giocosa e divertente. In questo modo riescono ad apprezzare anche Duchamp".  

In Italia sulla cultura si investe ancora troppo poco? 

"E' evidente. Abbiamo 58 siti UNESCO, due più della Cina che è trenta volte l’Italia. La Bulgaria ha speso più di noi e ha 10 siti UNESCO. In generale, abbiamo speso meno della media europea. Benigni diceva che se non ci fossero stati Meucci o Edison avrebbero invitato comunque la lampadina o il telefono. Ma se non ci fossero stati Leonardo o Manzoni non avremmo avuto il Cenacolo o I promessi sposi. Se perdiamo questi capolavori, li abbiamo persi per sempre, bisogna averne cura”.

Posti da visitare a Torino in agenda? 

“Visiterei sicuramente di nuovo il borgo medievale e il Museo Cesare Lombroso”.

Chiara Gallo

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