Cultura e spettacoli - 02 novembre 2023, 15:00

Irit Sommer, da Tel Aviv ad Artissima: “Ho paura che l’arte israeliana possa essere soffocata”

La gallerista ha per ora chiuso la sede nel suo Paese: “Sono pro Palestina, ma anche per una convivenza pacifica. Figli di amici sono morti durante il festival Supernova, è stato devastante”

Irit Sommer

Irit Sommer, da Tel Aviv ad Artissima: “Ho paura che l’arte israeliana possa essere soffocata”

Irit Sommer è israeliana e, come per altre edizioni di Artissima, è ospite della Galleria Sommer con sede a Tel Aviv dal 1999 e a Zurigo dal 2017. Ha portato con sè sette opere di quattro artisti israeliani, ma fino all’ultimo era indecisa sulla partenza per la fiera torinese. 

Ho esitato - racconta - ci sono amici e famiglie che sono ancora ostaggio di Hamas. Era strano venire a parlare di arte in questo momento”. 

"Ho paura dopo quanto fatto da Hamas"

Personalmente ho figli di amici che purtroppo sono morti durante il festival Supernova. È dura perché è la nostra comunità. Sì, ho paura - ammette con sincerità - La galleria in Israele è chiusa come tutto il resto nel Paese. Per me è stato molto difficile venire e portare le opere fini a qua, sono stata combattuta fino all’ultimo”. 

Sebbene il mondo dell’arte si stia opponendo all’attuale Governo, siamo rimasti devastati da quello che è successo il 7 ottobre. Molto persone vorrebbero collaborare, avere un buon vicinato e sono per la pace, al tempo stesso - aggiunge Irit Sommer - questa volta è stato molto brutale e ho la sensazione che per la prima volta prima abbiamo bisogno di piangere i nostri cari e poi i loro”. 

Il timore è anche per le conseguenze sull’arte Israeliana? 

Siamo abituati a questo odio purtroppo, ma non così, specialmente nel mondo dell’arte” ammette la gallerista che solo a luglio di quest’anno ha ospitato nella sua galleria a Tel Aviv l’artista palestinese, Nardeen Srouji: “Parliamo molto di quello che sta succedendo. Lei è di Nazareth, non vive nei territori occupati. Personalmente sono pro Palestina, ma sono anche pro coesistenza. È molto difficile parlarne”.

L’arte può avere un ruolo in tutto questo? 

Penso che l’arte abbia una certa sensibilità, un certo di vedere e percepire le cose che possono trascendere il momento, la politica e possono portare un messaggio. Penso che con l’arte uno possa in un modo gentile far sì che i pensieri, la cultura e la storia di tutti possano unirsi, ognuno mantenendo la sua identità, in una maniera collaborativa”.

Chiara Gallo

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