Alla Reggia di Venaria apre la seconda mostra realizzata con la Tate Uk e terza puntata della trilogia dedicata al Paesaggio.
Protagonista nelle sale della residenza sabauda è William Turner (1775-1851).
Con oltre 40 opere, tra olii e acquerelli, si potrà scoprire un Turner più sconosciuto: quello che ama la mitologia greco-romana e soprattutto l’Italia.
Nel suo primo Grand Tour compiuto nel 1819, il pittore inglese toccò anche il capoluogo sabaudo. In mostra fino al 28 gennaio, tra i suoi tre taccuini ce n’è uno che riguarda proprio il suo passaggio torinese: all’interno delle pagine si trovano luoghi come la Chiesa San Filippo Neri e il lungo Po, ma anche Superga e piazza San Carlo.
Insieme al tema del Grand Tour italiano, l’altro fil rouge della mostra è quello della mitologia.
Anne Lyles, curatrice della mostra, si era occupata di quella dedicata all’altro grande paesaggista romantico inglese, John Constable: “Probabilmente questa è l’unica mostra che abbiamo fatto con un Turner legato alla mitologia - spiega Lyles - l’amore per la mitologia durò per tutta la sua vita, ma in mostra si vede come cambia l’utilizzo dai toni più scuri e a quelli più chiari”.
Mitologia che è quasi opposta alla sua arte astratta. “Per poter entrare nella Royal Academy doveva dipingere i temi storici storia. A differenza di Constable, seguì le indicazioni del primo direttore dell’Accademia sull’importanza di realizzare opere storiche”.
La mostra è divisa in sei sezioni. Tra i primi lavoro troviamo la veduta su lago Nemi di Albano, le opere dedicate ad Apollo, di cui un olio su tela realizzato nel 1823 proprio appena tornato dall’Inghilterra dopo il suo viaggio in Italia, in cui Apollo e Dafne sono ritratti su uno sfondo che è un chiaro riferimento al golfo di Baia.
E poi ancora una sezione dedicata al mito di Venere e Didone, dove si vede ancora l’uso della prospettiva in stile Claude Lorrain, ma anche l’ispirazione tratta dal suo viaggio in Italia con la Venere incompiuta, chiaro riferimento alla Venere di Urbino di Tiziano.
Nella sala delle metamorfosi si comincia a vedere l’evoluzione del suo stile e anche la complessità di alcune opere come in Apulia in cerca di Apollo, un quadro complesso, copia di un quadro di Lorrain e realizzato per un committente conservatore, che Turner riprende nel paesaggio, ma non nei soggetti ritratti, tra i quali inserisce appunto la moglie di Apollo.
Le ultime opere sono un’espressione di quello che è il Turner più noto con i suoi paesaggi fumosi e idealizzati, in cui i dettagli e i soggetti perdono importanza per lasciare spazio alle atmosfere romantiche: da Ulisse che deride Polifemo al Mito di Diana e Attenone.
La Reggia di Venaria proseguirà il percorso sui pittori romantici con la prossima mostra autunnale dedicata a William Blake.
Per info: https://lavenaria.it