Attualità - 11 ottobre 2023, 17:02

Giaveno e la Val Sangone trovano il loro "tartufo": vogliono diventare capitale mondiale del fungo Porcino

Il progetto sarà lanciato ufficialmente il prossimo 28 ottobre a Morterà, tramite un convegno per avviare la rete e innescare il processo di sviluppo

Funghi porcini

Giaveno e la ValSangone vogliono puntare sul Porcino come Alba ha fatto con il tartufo

Giaveno e la ValSangone puntano al trono: al ruolo di riferimento internazionale del Fungo Porcino. Un prodotto spontaneo del territorio, ma anche un simbolo che è ormai diventato il custode dell'area a pochi chilometri da Torino.

Presidio mondiale del Porcino

Un percorso di storia, di eccellenza, ma anche di orgoglio territoriale, quello che lancia l'associazione che vede nel ruolo di presidente Enrico Maria Rosso, già rappresentante onorario della Camera di Commercio Americana a Torino. L'obiettivo: diventare Presidio Mondiale del Fungo.

Sulle orme del tartufo

Proprio come è accaduto per il territorio di Alba e il tartufo, alla stessa maniera il Porcino può diventare una sorta di biglietto da visita (e di passepartout) per una zona in cerca di rilancio e nuovi riflettori puntati su di sé.

"E' un sogno, ma un sogno 'percorribile' - spiega proprio Rosso -. Vogliamo offrire un'occasione a tutto il territorio della Valle, uscendo dalle logiche troppo ripiegate sul particolare, scommentendo sul valore globale di un'autenticità narrata e capace di essere esperienza. L'equazione che vogliamo realizzare è che il fungo può stare a Giaveno e alla ValSangone come il tartufo sta ad Alba".

Un convegno per lanciare il progetto

Le protagoniste, dunque, dovranno diventare le Terre Alte della Città Metropolitana di Torino, con la loro particolare condizione meteo-climatica favorevole e unica nel suo genere. Ad accendere il primo faro su questo progetto sarà un convegno che si terrà il prossimo 28 ottobre, presso la Certosa 1515 a Morterà, al confine tra le due Valli della Sacra di San Michele, quella del Sangone e quella di Susa. E proprio l'Abbazia retta dai Padri Rosminiani, Monumento simbolo della Regione Piemonte, è altro elemento identitario al quale i promotorio guardano come decisivo, "per unire diverse dimensioni culturali, dal cibo all'arte, ponendo al centro la persona del turistica come viaggiatore alla ricerca di esperienze di significato".

"Il fungo, visto come elemento simbolo anche del crescere attraverso la rete - spiega il tesoriere dell'associazione, Marco Corrini - per i nostri territori, anche guardando al necessario della costruzione di pari dignità per tutti i sei Comuni che compongono questa Valle piccola ma di grandi potenzialità, è quella che il linguaggio economico chiama risorsa latente, cioè una realtà non sfruttata perchè non individuata in tutte le sue declinazioni".

Massimiliano Sciullo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GENNAIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU