Cultura e spettacoli - 08 ottobre 2023, 10:46

Chiara Valerio a Portici di Carta 2023: "Il libro, esercizio di indipendenza e disordine: bello che Torino vada oltre il Salone" [INTERVISTA]

L'autrice, ospite della kermesse che quest'anno celebra la casa editrice Adelphi, ricorda l'amica Michela Murgia: "La sua eredità verso i giovani sono i suoi libri”

Chiara Valerio primo piano

Chiara Valerio ospite della prima giornata di Portici di Carta

C'è anche la scrittrice Chiara Valerio tra i protagonisti dell'edizione 2023 di Portici di Carta, kermesse che quest’anno celebra la casa editrice Adelphi. Per lei, volumi come "La tecnologia è religione" e "Il cuore non si vede", ma anche una forte amicizia con Michela Murgia, da poco scomparsa. "La sua eredità verso i giovani? Sono i suoi libri”, sottolinea.

Chiara Valerio, cosa rappresenta per lei Portici di Carta?
Rispetto a eventi radicati come il Salone del Libro a maggio, mantenere anche iniziative distribuite durante tutto l’anno penso sia una cosa ragionevole, anche perché non si tratta di eventi, ma di processi”. 

Come sta il mondo della lettura?
Lavorare in una casa editrice penso sia il lavoro più bello del mondo. Penso che l’editoria non goda diciamo di ottima salute, ma che le sue pecche siano cronicizzate. Siamo un mercato che cuba più o meno un miliardo e mezzo, siamo più piccoli della Francia e della Germania, ma mi sembra che siano aumentati i marchi editoriali, si leggono più case editrici. Bisogna continuare a lavorare nelle scuole”.

Che ruolo ha, il libro, nella vita di oggi?
Penso che il libro sia sacrale: è una specie di ossessione, per me. Purtroppo, non abbiamo avuto una forma di protestantesimo per cui la Bibbia veniva letta da tutti, prima c’era il prete che leggeva la Bibbia. Il libro quindi ci sembra preistoria, qualcosa di sacrale, ma i libri non sono solenni, sono di utilizzo comune. Vorrei sempre ribadire quanto i libri siano oggetti su cui si può scrivere sopra. Sono una forma di conoscenza dell’umano. Dobbiamo far arrivare più libri alle persone come oggetti di uso comune".

Ci sono generi emergenti?
I manga e i romance stanno prendendo il loro spazio. Ma non credo che il lettore si faccia canonizzare dalle correnti. Leggere è la cosa più disordinata che esista. Uno può decidere quando leggere, quanto leggere e dove leggere. Il libro è un esercizio di assoluta indipendenza e disordine”.

Tornando al Salone del Libro, cosa ne pensa della sua nuova versione?
"Per me il Salone è casa, da tanti anni. Penso sia nell’onere del direttore trovare le persone e scegliere i collaboratorio con cui fare le cose. Trovo naturalissimo che chi arrivi prenda delle decisioni, come ha fatto Annalena Benini, scelga dei curatori di sezione, scelga di fare una redazione, si porti anche dietro la prassi del luogo da dove viene. Mi sembra anche allegro che trasferisca questa modalità in una fiera”.

Chiara Gallo

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