Viabilità e trasporti - 04 ottobre 2023, 07:10

Frejus in tilt dopo la frana: Torino e il Piemonte temono per il rinvio della Francia all'estate 2024. "Danni gravi per il territorio"

Gallina (Camera di Commercio): "Bloccati Tgv, Frecciarossa e 170 treni merci alla settimana ormai dal 27 agosto". Pompilio: "Rischio abbandono per il traforo in val di Susa"

Tre fotogrammi della frana in Maurienne

Il collegamento ferroviario del Frejus è fermo dalla fine di agosto e potrebbe durare fino all'estate 2024

Dal 27 agosto si è scatenato il caos, nei collegamenti tra Italia e Francia all'altezza del Frejus. Da quando la frana sul versante transalpino - nel territorio della Maurienne - ha bloccato sia autostrada che ferrovia, tutto si è fatto più complicato, da e per il Piemonte (e Torino). Ma ora, ai disagi, si aggiungono ulteriori timori.

Tutto rimandato all'estate 2024

Da fonte francese, infatti, se l'autostrada è stata in parte riaperta, si è spostata all'estate 2024 la riapertura possibile del passaggio ferroviario attraverso il Frejus. Una doccia gelata per chi, invece, attendeva al massimo l'autunno 2023. Messa in questi termini, invece, la faccenda rischia di farsi ancora più complicata.

Tgv, Frecciarossa e 170 treni merci

Con il blocco dei TGV e dei Frecciarossa, oltre che dei 170 treni merci settimanali attivi sulla stessa linea, è facile prevedere gravi ripercussioni per il territorio, con un aumento notevole del trasporto su gomma e una conseguente congestione del traffico", spiega Dario Gallina, presidente della Camera di commercio di Torino e neo presidente dell’Associazione AlpMed, che riunisce le Unioni regionali e le Camere di commercio di Liguria, Piemonte, Provence Alpes Côte d’Azur, Auvergne-Rhône-Alpes, Valle d’Aosta, Corsica e Sardegna. "Occorre fare tutti gli sforzi necessari affinché i lavori di ripristino della linea vengano accelerati, per risolvere un problema che non si limita solo alla regione francese coinvolta, ma impatta fortemente su tragitti di lungo raggio tra due Paesi”.

"La prospettiva della paventata chiusura per un anno della linea ferroviaria rappresenta un rischio di totale desertificazione dell’intermodalità ferroviaria tra l’Italia e la Francia e causa di un danno incalcolabile per l’economia transfrontaliera", concludono dall'ente camerale.

"La Francia deve accelerare"

E gli stessi timori arrivano anche dal mondo degli autotrasportatori. Come spiega il presidente della Federazione Autotrasportatori Italiani FAI di Torino, aderente ad Ascom, Enzo Pompilio: "I lavori di messa in sicurezza della frana, che causano lo stop della linea ferroviaria e problemi al traffico autostradale sull’adiacente autostrada della Maurienne, devono essere accelerati, utilizzando senza indugio tutte le tecniche disponibili. È fondamentale accelerare i lavori data l'importanza cruciale della linea ferroviaria e dell'autostrada per la nostra economia. Il trasferimento del traffico su linee alternative, più costose e meno efficienti in funzione dei tempi di percorrenza, ha un impatto significativo sulla competitività del nostro territorio".

"La lunga interruzione – prosegue il presidente Pompilio - potrebbe comportare il definitivo abbandono del corridoio del Frejus, sancendo di fatto la morte dell’intermodalità ferroviaria delle merci su questa linea, già molto penalizzata da un’infrastruttura ultracentenaria. L'impatto economico sulla logistica torinese è già palpabile e molte imprese sono in difficoltà".

"Chiediamo – conclude il presidente Pompilio - un'azione decisa del Governo Italiano nei confronti delle autorità francesi per garantire un pronto ripristino della linea ferroviaria e la riapertura totale al traffico della carreggiata autostradale".

Cirio e Gabusi: "Trovare soluzioni immediate"

La Regione Piemonte, appreso informalmente di queste previsioni, si è mossa tempestivamente per scongiurare questo scenario. Abbiamo trovato molta attenzione nel Governo quando si è posto il problema della chiusura del Monte Bianco, e crediamo che allo stesso modo individueremo insieme le soluzioni migliori affinché a pagare non sia l’economia della nostra Regione”, affermano il presidente Alberto Cirio e l’assessore ai Trasporti  Marco Gabusi.

Venerdì 6 ottobre l'assessore Gabusi incontrerà il vice ministro Rixi per la Cig Alpi del Sud e a margine dell’evento porterà la tematica alla sua attenzione per rappresentare le difficoltà che economia e viabilità piemontese correrebbero nella prospettiva di una chiusura così prolungata.

I sindacati: "A rischio molti posti di lavoro"

"Il settore dei trasporti non può permettersi un danno irreparabile da mettere in ginocchio un’intera economia compromettendo le aziende di trasporto coinvolte direttamente e alle aziende della logistica dell’intero indotto e in prima linea un danno incalcolabile per l’economia transfrontaliera derivante dall’ intermodalità ferroviaria tra l’Italia e la Francia", sottolinea la FILT CGIL Piemonte, che  ha già riscontrato importanti conseguenze negative sul mantenimento dei livelli occupazionali nelle aziende dell’autotrasporto della logistica e movimentazione merci.

"È stata già aperta in più aziende la cassa integrazione per l’improvviso calo di lavoro legata a questa vicenda. Ammortizzatori che non saranno sufficienti a coprire le annunciate lunghe tempistiche e incerte di messa in sicurezza della frana e ripristino della linea ferroviaria e dell'autostrada", sottolinea il sindacato, che chiede alla Regione Piemonte e al Governo Nazionale un'azione forte nel coinvolgere le autorità francesi per garantire tempi brevissimi nel ripristinare la linea ferroviaria e autostradale. "È fondamentale accelerare i lavori data l'importanza delle ricadute sull’economia del territorio e mantenere i livelli occupazionali delle aziende coinvolte dando tutto il supporto necessario ai lavoratori coinvolti e alle aziende".

Massimiliano Sciullo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU