Un migliaio di scatti in tutto risalenti agli inizi del ‘900 che documentano l’attività di scavo del Museo Egizio. È il nuovo nucleo delle collezioni fotografiche in arrivo all’Archivio storico fotografico dell’Egizio che a due anni dalla sua nascita online vede così aggiungersi il repertorio dell’Archivio di Stato, del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino e del Centro di Egittologia Francesco Ballerini di Como.
Uno spazio nuovo, digitale e accessibile a tutti
Un’acquisizione con l’obiettivo di sistematizzare e raccogliere in un unico spazio, digitale e accessibile gratuitamente, tutti i documenti storici e i materiali fotografici che riguardano il Museo.
“Quando arrivai nel 2014 primi obiettivi ricomporre gli archivi che sono sparsi ovunque. abbiamo cominciato un lavoro di digitalizzazione, oggi ci permette di fare quello che non era stato possibile, cioè raccogliere archivi diversi. Ci fanno ricostruire i siti e gli oggetti che abbiamo qui. Condivideremo tutto questo, chiunque potrà scaricare le immagine che vuole e utilizzarle per gli scopi che desidera. La conoscenza è l’unica arma contro l’oblio”.
A portata di click sul sito http://archiviofotografico.museoegizio.it gli archivisti dell’Egizio, Beppe Moiso e Tommaso Montonati, hanno ricostruito un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo, fino al momento esatto in cui i reperti archeologici della collezione sono stati portati alla luce a inizio Novecento in Egitto.
Un archivio con 45mila documenti
L’Archivio Fotografico del Museo Egizio custodisce 45mila documenti, di cui ora sono fruibili online circa 3mila fotografie tra la fine dell'Ottocento e i primi trent’anni del Novecento. Un racconto per immagini delle Missioni Archeologiche Italiane in 14 località in Egitto dal 1903 al 1937, che portarono a Torino oltre 30mila reperti. Uno sguardo sul passato condotto non tanto con l’intento di cristallizzare momenti che hanno fatto la storia dell’Egittologia, quanto per stabilire connessioni tra la cultura materiale e il paesaggio d’origine, in un ideale dialogo tra le diverse sponde del Mediterraneo.
Dall’Archivio di Stato provengono oltre 350 fotografie, databili per lo più tra fine Ottocento e inizio Novecento. Tali fotografie integravano in origine, come allegati, la ricca documentazione scritta sulle campagne di scavo presente all’interno del fondo archivistico del Museo Egizio, conservato dall’Archivio torinese. All’interno del fondo sono presenti i documenti utili alla ricostruzione della storia del Museo Egizio, dalle origini alla nascita della Fondazione.
I contributi di Archivio di Stato e Università
Al Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino, appartengono le fotografie dell’antropologo Giovanni Marro, collaboratore stretto dell’allora direttore del Museo Egizio Ernesto Schiaparelli, che ebbe fin da subito l’idea di far dialogare l’Egittologia con altre discipline come l’Antropologia. E così prima Virginio Rosa, poi Giovanni Marro, portarono lo sguardo dell’antropologo nelle campagne di scavo, occupandosi in particolare dei resti umani, ma non solo.
Il fondo Francesco Ballerini, collaboratore della prima ora di Schiaparelli, è costituito da circa 100 fotografie appartenute alla famiglia. L'intero archivio, fotografie comprese, è stato donato al professor Angelo Sesana, nel 1994, dal nipote Franco Ballerini affinché ne facesse uso allo scopo di riportare alla luce la figura del nonno "Franz", per lungo tempo rimasta nell'ombra. Successivamente, il professor Sesana ha messo a disposizione del CEFB, per studio e ricerca, la documentazione ricevuta.