“Sono moltissimi coloro che, come me, hanno abbandonato il loro amato paese in cerca di una vita migliore. Persone che hanno lasciato tutto alle spalle – case e famiglie - per sfuggire alla violenza e guerra. Abbiamo affrontato viaggi pericolosi, con la speranza di trovare una nuova vita, dignità per noi e i nostri figli. Ma la nostra lotta non finisce qui: siamo qui per dimostrare al mondo il nostro valore. Per questo chiediamo trattamenti equi, affinché possiamo dare un contributo pieno alle società che oggi chiamiamo casa”. Sono queste le parole pronunciate in Sala Rossa da Krishma, giovane rifugiata afgana. Lei oggi ha portato in Consiglio Comunale la sua testimonianza, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.
La Mole si tinge di blu
Torino anche quest’anno ha organizzato moltissimi eventi per celebrare l’evento: questa sera, aderendo all’iniziativa dell’Agenzia ONU per i rifugiati UNHCR, la Mole Antonelliana si illuminerà di blu. E la Giornata si è appunto aperta con un momento di incontro e confronto in Sala Rossa.
Grippo: "Non c'è futuro senza conoscere il passato"
“Non c’è futuro – ha osservato la Presidente del Consiglio Maria Grazia Grippo – senza conoscere il passato di ciascuno”. “L’amministrazione nel suo complesso – ha aggiunto – condivide il pensiero del Presidente Mattarella sulla necessità che temi come quello dell’accoglienza debbano essere affrontati in una cornice internazionale ed europea”.
Rosatelli: "Preoccupati per quanto accade in Europa"
“Celebriamo questa giornata – ha sottolineato l’assessore alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelli – con un sentimento di preoccupazione, per quello che si annuncia come una possibile involuzione della normativa europea: si aprono scenari diversi e più inquietanti”. A questo, come ha spiegato Rosatelli, si aggiungono “le novità introdotte nel nostro ordinamento dal Decreto Cutro, un caso di utilizzo di una tragedia umanitaria per abbassare l'asticella dei diritti invece che per rendere più efficaci le politiche di accoglienza”.
"Esiste un'altra Italia"
“Siamo qui per dire però che esiste un'altra Italia e volontà. Siamo qua per celebrare la resistenza collettiva a queste situazioni difficili e drammatiche: per noi il punto non è difendere l’etnia italiana" ha concluso Rosatelli.
Torino è e vuole restare una capitale dei diritti, aperta al mondo, pronta ad accogliere" ha concluso.