I piedi ben radicati a terra, con radici profonde sul territorio. Lo sguardo rivolto al cielo, all’aerospazio. Sabelt, azienda torinese fondata nel 1972 da Piero e Giorgio Marsiaj, è un connubio tra ambizione tradizione. Nel vero senso della parola.
Nata come ditta che produce sistemi di sicurezza passiva per veicoli stradali, core business dell’azienda che collabora con la maggior parte dei brand più famosi al mondo e con le case di Formula 1, Sabelt mira a espandersi sempre di più anche in un settore in forte ascesa come quello dell’aerospazio. A rivelarlo è il presidente Giorgio Marsiaj (anche presidente dell’Unione Industriali di Torino), durante una visita in azienda con l’assessore alle Attività Produttive della Regione Piemonte Andrea Tronzano: “E’ importante il processo della diversificazione della città dell’aerospazio: la forza di questo territorio? Alcune tecnologie sono un’evoluzione delle tecnologie sviluppate in 120 anni di storia dell’automotive, applicabili al settore dell’aerospace”. “La forza è saper innovare, interpretando le esigenze di mercato in ottica di sviluppo” spiega Marsiaj.
Se lo spazio è non solo il futuro, ma anche il presente di Sabelt, la sicurezza a bordo delle auto sportive è il tratto distintivo di una realtà che ha superato i 50 anni di storia ed è tra i leader di mercato del settore. Sedili personalizzati, cinture integrate. Tecnologie che vengono spedite in tutto il mondo, presenti anche sulle auto Ferrari che lo scorso weekend hanno vinto la 24 ore di Le Mans. “Il sedile è un sistema molto complesso ed è un vero e proprio sistema con varie tecnologie: lamiera, stampaggio, carbonio, peso comfort, fodere. Noi siamo attrezzati per controllare l’evoluzione tecnologica di tutti i sottosistemi” spiegano.
I numeri e le ambizioni di Sabelt sono importanti: 90 milioni di fatturato come proiezione nel 2023, 350 persone impiegate e la volontà di arrivare a 400 entro il 2024. Ma non solo: la certificazione aviation per la fornitura a Airbus e compagnie aeree, oltre a un’espansione della fabbrica sul territorio.
Il tutto nel nome della sostenibilità: “Ce lo chiedono le aziende, lo chiede il nostro settore. Lo chiediamo noi imprenditori. L’imprenditore sente molto l’attaccamento nei confronti della propria comunità”. Insomma, un vero e proprio esempio di orgoglio torinese. “Siamo un’azienda che progetta e produce qui a Torino e a Moncalieri: continueremo a farlo, anche se il mercato potrebbe chiederci una fabbrica anche all’estero, ma questo non vuol dire dimenticarsi di questo territorio. Qui rimarrà l’ingegneria di progetto, di processo, l’evoluzione, l’innovazione. Su questo territorio c’è tutto il know how di cui abbiamo bisogno”.
Insomma, Sabelt è uno dei tanti patrimoni che la politica vuole tutelare e difendere. Con fondi europei, ma non solo. “Nelle mie visite in aziende vedo che gli imprenditori locali e le aziende famigliari hanno un certo tipo di attenzione per il territorio. Non lasceranno mai questi posti. Il compito della politica è aiutarli a rimanere qua, anche in un mercato difficile e concorrenziale: i fondi europei servono a creargli un corridoio sanitario attorno in modo che possano investire serenamente con l’aiuto dei fondi” è il commento di Andrea Tronzano.