Un primo passo verso una soluzione che accontenti tutti è stato fatto, ora bisognerà capire come farlo a livello burocratico: Edisu ha infatti annunciato la propria disponibilità a venire incontro alle richieste degli studenti universitari internazionali in stato di protesta sul taglio delle borse di studio a seguito del loro inserimento nella residenza universitaria Camplus recentemente realizzata nelle palazzine dell'ex Moi a Torino.
L'apertura di Edisu
L'apertura è avvenuta durante il consiglio di amministrazione dell'ente per il diritto allo studio universitario. La riunione si è svolta presso la sede di via Madama Cristina, davanti alla quale è andato in scena un altro presidio degli studenti: “Proveremo - ha spiegato la rappresentante degli atenei nel cda Silvia Bodoardo ai manifestanti – a trovare una soluzione nel rispetto dei regolamenti e senza creare discriminazioni nei confronti degli studenti che hanno scelto di non partecipare al bando e continuano a pagare l'affitto”.
A breve, inoltre, verrà convocato un cda straordinario proprio per discutere del tema: “Nessuno – ha proseguito – ha intenzione di contrastare gli studenti o di prendergli dei soldi, ma non possiamo tornare indietro andando contro le regole. Per questo, e dovendo bilanciare diverse situazioni, potremmo trovare una forma di compensazione e studiare nuove soluzioni volte alla creazione di nuovi posti letto, senza escludere la possibilità di cambiare i regolamenti; da questo punto di vista, siamo disponibili ad ascoltare idee e proposte” .
La risposta degli studenti
La notizia è stata accolta con discreta soddisfazione dagli studenti, che però non nascondono la propria preoccupazione: “La disponibilità - ha spiegato il rappresentante degli studenti nel cda di Edisu Mattia Plancher – a incontrarci è sicuramente positiva perché dimostra un interesse a risolvere la situazione, ma siamo comunque preoccupati perché dal punto di vista normativo e burocratico la questione è complessa. In attesa di ulteriori sviluppi, continueremo a mantenere alta l'attenzione perché senza le nostre pressioni non ci sarebbe stato questo impegno da parte loro”.
La critica al modello di residenzialità universitaria
A essere criticato, infine, è anche il modello di residenzialità universitaria proposto da Edisu, che si lega a doppio filo al modello di città universitaria proposto da Città e Regione : “La residenza dell'ex Moi - concludono - è privata e la maggioranza dei suoi posti letto sono privati: nonostante questo, per non perdere i fondi del Pnrr, Edisu ha dato 12 milioni di euro a Camplus per ristrutturare le palazzine e speculare sugli studenti con la complicità delle istituzioni. Si tratta di un ulteriore caso di malagestione dei soldi pubblici per interessi privati: in città stanno proliferando residenze così, generando giri d'affari per milioni di euro con stanze che arrivano a costare anche 800 euro al mese".