In videoteca Gam apre fino al 1° ottobre, la mostra dedicata all’arte di Giuseppe Gabellone.
Km 2,6 è un video realizzato dall’artista di Brindisi nel 1993. È una di quelle rare opere che arrivano precocissime nel percorso di un artista eppure sembrano già contenere tutto intero il nucleo del suo pensiero. Questo perché l’intelligenza che anima il video si è andata sviluppando con assoluta coerenza, in questi trent’anni, nella varietà dei frutti che Gabellone va producendo.
Il video prende forma in uno spazio che sta tra la l’idea di scultura e la dimensione filmica. E le opere che sono seguite hanno la medesima caratteristica di formarsi in una indecidibile compresenza di tecniche e linguaggi considerati alternativi tra loro.
Km 2,6 è un’unità di misura lineare che diviene misura di durata. La lunghezza indicata è quella del nastro adesivo che Gabellone, nel video, va dipanando tutt’attorno ai mobili e agli esterni della sua casa di famiglia in Puglia, fino a inglobare in un'unica ragnatela scultorea anche alcuni alberi del giardino. Allo svolgersi dello scotch risponde lo scorrere del nastro magnetico che registra l’opera, traducendo lo spazio in tempo e il tempo in spazio.
Ogni singolo frame del video è in realtà una scultura.
Su tutte le pareti della sala espositiva, come a segnare un orizzonte di spazio che avvolge il visitatore e si dipana attorno al video che va avvolgendosi su se stesso, è esposta una serie di otto fotografie, Untitled del 2009. Sono fotografie di fotografie, immagini di sculture fatte di immagini, immagini di paesaggi che contengono sculture che contengono fotografie che sono fatte anche di pittura, nel cromatismo che vira la stampa originale. Sono tutto questo, ma sono anche immagini fisse, di volumi ancorati nello spazio, che al contempo si gonfiano sotto l’azione del vento che le modella come fossero bandiere, come se, dopo una storia novecentesca di rapporti tra scultura e movimento iniziata col futurismo, Gabellone avesse riannodato tutti i fili e unito in un lavoro inedito. Sui drappi, immagini di bambini che ridono all’aria aperta – tematica cara a Medardo Rosso - si uniscono a una colata di metallo fuso e alla porosità grumosa di dettagli di terreno.
Le opere di Gabellone sono come scatole cinesi trasparenti che contengono, una dentro l’altra, tutte le discipline artistiche e il suo pensiero le attraversa con il piacere di dissolverle una nell’altra, fino a liberare l’immagine come pura forza mentale.
Per info: https://www.gamtorino.it/it/