“Fermiamo l'autonomia differenziata: è un pericolo per l'unità della Repubblica e per l'uguaglianza dei diritti”: a ribadire il proprio no alla proposta di legge presentata dal Governo guidato da Giorgia Meloni sono state diverse sigle sindacali, accompagnate da alcune associazioni e scese in piazza oggi pomeriggio a Torino.
No all'autonomia differenziata
A protestare, con un presidio andato in scena davanti al Palazzo della Regione, sono state Flc Cgil, Gilda Unams, Cobas, Cub, Medicina Democratica, Lavoro e Salute, Volere la Luna, Anpo, Giovani Democratici, Comitati No AD, Manifesto dei 500, Acqua Pubblica Torino e Attac. Le critiche sono dirette alla “legge Calderoli”, che ha l'obiettivo di trasferire alla competenza esclusiva delle regioni 23 materie: “Le materie in questione - hanno spiegato i manifestanti – riguardano la vita e le condizioni di lavoro di tutte le lavoratrici e i lavoratori, di tutte le cittadine e i cittadini: tra queste ci sono istruzione, sanità, lavoro, beni culturali, ambiente, trasporti, infrastrutture, commercio, professioni, commercio con l'estero e rapporti con l'Unione Europea”.
“Una forma di secessione che colpisce tutti”
La preoccupazione questa eventualità è molto alta, tanto da spingere a paragonare l'autonomia differenziata a una forma di “secessione che colpisce tutti”: “Si tratta – hanno aggiunto – di un attacco ai contratti nazionali, di privatizzazioni e di ulteriori tagli ai servizi pubblici, di liquidazione di ciò che resta della sanità pubblica, della fine della scuola della Repubblica: tutto questo costringerà i lavoratori ad accettare condizioni di lavoro al ribasso, in concorrenza con quelli delle altre regioni. La frammentazione delle lotte di lavoratrici e lavoratori a livello regionale, inoltre, ostacoleranno la difesa della scuola, della sanità, dei contratti nazionali, della sicurezza sul lavoro, dell'ambiente e di molto altro”.