I torinesi hanno rinunciato a comprarsi da mangiare, per pagare le bollette. Lo dice l'ultima indagine della Camera di Commercio di Torino, che evidenzia come nel corso del 2022 siano radicalmente cambiate le abitudini di chi abita sotto la Mole.
Si spende di più, ma per la casa
In particolare, il budget medio delle famiglie è addirittura aumentato (a 2.554 euro al mese), con una crescita dell'1,2% rispetto all'anno precedente. Ma il vero "motore" di spesa sono state le utenze domestiche (+30,7%, pari a 55 euro in più), mentre le persone hanno addirittura rinunciato ad acquistare cibo (carne, pesce e dolci scendono di 5,5 punti percentuali e 8 euro al mese), con un calo di oltre due punti e mezzo. Non succedeva da dieci anni. Addirittura, c'è una fascia di popolazione che ha rinunciato del tutto a fare questo tipo di acquisti.
In termini economici, per comprare beni alimentari i torinesi hanno speso 408 euro, mentre per la spesa non alimentare si arriva a 2.146. Un aumento di quasi due punti.
Effetto inflazione
Luce e gas, come detto, la fanno da padrone. Ma si spende di più anche per gli articoli sportivi (+22%), per le visite mediche (+12,4%), ma anche per viaggi e vacanze (+6,8%) e per i trasporti (+5,4%). Voci che, tuttavia, scontano anche la corsa verso l'alto dell'inflazione: un effetto trasversale pari a quasi il +7,3%, ma che negli ultimi tre mesi si è tenuto addirittura sopra l'11%.
"I rincari dei costi energetici e delle materie prime sono stati sentiti anche dalle famiglie - dice Enzo Pompilio d'Alicandro, vicepresidente della Camera di Commercio di Torino -, ma le famiglie sono anche resilienti e hanno saputo riorganizzarsi e ripartire le risorse e percepiscono che il potere d'acquisto ha subito un colpo".
In particolare, il 56,7% delle famiglie giudica di poter far fronte alle sole necessità di base ("autosufficienza"), mentre l'anno prima erano il 41,7%. La fascia "media" cala dal 37,1 al 23,3%.
"Ma tra le note positive - aggiunge - si segnala una crescita nella spesa di attività all'aperto e turistiche: i torinesi non hanno voluto rinunciare a qualche sfizio, insomma".
Con il segno meno, invece, ci sono le spese per i vestiti (-16%), per smartphone e comunicazioni varie (-12,1%), mobili e arredamento (quasi dieci punti), ma pure pasti fuori casa e cinema o teatri (rispettivamente -3,7 e -2,8%).
Porcellini vuoti
Non stupisce, peraltro, che sempre meno persone abbiano potuto mettere da parte qualche risparmio: dal 25% si passa al 20% delle famiglie torinesi. Sono oltre 8 su dieci le famiglie che dicono che per le bollette hanno dovuto rinunciare a qualche altra spesa e addirittura più di una famiglia su due ha combattuto il rincaro della benzina spostandosi in bici o a piedi.
E chi ha fatto spese ha fatto ricorso a grande distribuzione, prodotti meno costosi, marchi meno famosi (e dunque più convenienti) e discount. E' stata caccia aperta alle promozioni e agli sconti, così come si è combattuto il più possibile contro gli sprechi (anche abbassando il riscaldamento o facendo attenzione a spegnere le luci superflue).