Una app per imparare a utilizzare l'intelligenza artificiale giocando. Si chiama Smaile app ed è il frutto di due anni di lavoro. Si chiama "Smaile" (Simple methods for artificial intelligence learning and education), infatti, il progetto sostenuto dalla Compagnia di San Paolo e indirizzato ai ragazzi nati tra il 1997 e il 2010.
Tra i temi all'interno della app, la sostenibilità. Ai ragazzi era chiesto di costruire una città che rispettasse l'ambiente. Ma tra i tanti microgiochi c'è spazio anche per la creatività (per esempio creando un film). E per l'approfondimento dei temi attraverso alcuni video.
L'obiettivo era di avvicinare i ragazzi all'intelligenza artificiale, soprattutto grazie ai giochi e non solo. E ha preso pare a un bando nato in pieno lockdown e che ha coinvolto UniTo, Politecnico e l'ateneo londinese della Royal Holloway. Sono state 58 le classi di scuola media coinvolte, per oltre mille ragazzi.
Ne sono nati giochi con finalità didattiche e attività di apprendimento attraverso l'attività pratica, ma anche corsi di orientamento per i ragazzi e di formazione per gli insegnanti (partirà a giugno). Presto la app sarà distribuita negli store.
Essere nativi digitali non basta
"È stato un bando con cui abbiamo voluto tornare a puntare sulla ricerca in un periodo in cui si passava soprattutto dagli atenei - dice Alberto Anfossi, segretario generale di Compagnia - e con grande attenzione alla componente educativa e di impatto. Perché non basta essere nativi digitali per saper usare gli strumenti tecnologici senza subirli".
Anche i docenti hanno carenze
"Essere nativi non è abbastanza e ce ne siamo accorti durante la pandemia - aggiunge la consigliera comunale Nadia Conticelli, esponente politica, ma anche insegnante -: servono competenze, anche linguistiche che questi ragazzi possono non avere. E gli stessi docenti possono non essere in grado di sfruttarebal meglio la dotazione tecnologica che sta arrivando, magari con il Pnrr".