Via Tripoli, piazza Massaua, piazza Bengasi e piazzale Adua. Ma anche via Gaetano Giardino, viale Umberto Cagni, via Pietro Toselli e la famigerata piazza Baldissera. Sono queste alcune delle strade e zone di Torino dedicate a persone o luoghi protagonisti dell'epoca del colonialismo. Se ieri ha suscitato scalpore l'ipotesi dell'assessore Jacopo Rosatelli, contenuta nel Piano d'azione per la prevenzione e il contrasto al razzismo, di cambiare nome a questi luoghi, il discorso è più lungo e articolato.
Targhe e Qr code per conoscere la storia
E modificare la toponomastica del capoluogo piemontese è l'ultimissimo step di un lungo percorso previsto da una mozione realizzata dalla capogruppo di Sinistra Ecologista Alice Ravinale, firmata anche dal consigliere del Pd Abdullahi Ahmed. "C'è un rimosso - spiega Ravinale - nella memoria storica italiana: la proposta è di superare lo stereotipo di 'italiani brava gente', contestualizzando il nome della via". L'idea è di inserire idonee targhe o QR Code, che permetterebbero così alla gente di conoscere la storia della strada dove abita. L'atto della capogruppo di Sinistra Ecologista chiede poi di prevedere "interventi di arte pubblica, accessibili in più lingue", così come progetti di approfondimento relativi al passato coloniale italiano rivolti alle scuole, anche mediante la valorizzazione del lavoro di ricerca svolto dal Polo del '900 nell’ambito del progetto realizzato nel 2022 “Il colonialismo e noi”.
I contrari
Altra richiesta contenuta nell'atto è di promuovere ogni 19 febbraio, anniversario della strage di Addis Abeba dove i fascisti uccisero 30mila etiopi, iniziative in memoria della vittime del colonialismo. E tra la minoranza, così come tra i cittadini, si sono sollevate più voci su come sia insensato modificare il nome ad una strada che si "è sempre chiamata così". Contrario all'ipotesi di Rosatelli il capogruppo di Torino Libero Pensiero Pino Iannò, che sottolinea come il passato "non va demonizzato o cancellato, è storia". "Non vorrei - rincara l'esponente della minoranza - che qualcuno decidesse di abbattere qualche palazzo o monumento appartenente all’architettura del ventennio".
Strade intitolate durante il fascismo
"In una società multietnica - spiega Diego Guzzi, vicepresidente dell'Unione Culturale ente del Polo del 900 - dobbiamo riformulare il perimetro della memoria collettiva, che è una cosa che si è costruita nel tempo". "Molte strade - aggiunge - di Torino come via Tripoli, piazza Massaua, piazza Baldissera sono state intitolate tra il '39 e '40 dal podestà fascista di Torino sull'ondata di battaglie: è stata un'azione di regime per andare ad indirizzare il pensiero delle persone in un modo".
L'Unione Culturale sta poi promuovendo un ciclo di due laboratori nelle scuole sul tema del colonialismo, a cui si affianca un percorso con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo al parco del Valentino.