Piero Gilardi ci ha lasciati domenica 5 marzo. Si è spento all'età di 81 anni, ma ha lasciato un'eredità artistica importante a partire dal Parco d'Arte Vivente.
All'interno si trovano alcune sue opere storiche, certo, ma altri suoi significativi lavori sono conservati in altrettante realtà culturali della città.
Prima fra tutte, la Gam. Un luogo molto amato e frequentato da Piero Gilardi. Qui si trova un iconico Tappeto-natura, donato solo pochi anni fa, e poi alcune opere giovanili. Ma sicuramente la più preziosa è la Zuccaia. Giunta nel 1985 nella collezione della Galleria torinese grazie all'acquisto della Fondazione Guido ed Ettore de Fornaris, fu realizzata alla fine degli anni Sessanta, ma continua a essere estremamente attuale.
"Un’opera che risale al 1966 e che nasce in un’ottica di proiezione verso il futuro - spiega il direttore della Gam, Roberto Passoni -. verso un nuovo habitat del futuro".
Realizzata in poliuretano espanso, era un'opera innovativa per l'epoca, non solo per il materiale con cui fu costruita, ma anche per il soggetto e per la pratica utilizzata. "Il soggetto, che guarda all'ambiente e all'ecologia, era già di per sè rivoluzionario, in più si aggiunge il fatto che era pressoché un inedito nella scultura."
Anche se realizzata sul finire degli anni Sessanta, la Zuccaia si legava già a temi molto attuali, come quello della salvaguardia della natura, un aspetto che sarà caro a Gilardi per tutta la sua vita. In modo estremamente realistico sono riprodotte le zucche, diverse sono intere, altre già spaccate, con le loro foglie, alcune già avvizzite. Una natura morta dai colori squillanti che riproduce frammenti di ambiente naturale, ma che denuncia al tempo stesso uno stile di vita forse sempre più artificiale.
"Tutto sommato, il tema dell'arte e natura è diventato fondamentale negli anni ’60 fino ad oggi. C’era questo segnale di esplorare nuove possibilità di interpretazioni della natura".
Dopo le prime ricerche vicine alla Post-Pop Art, Gilardi partecipa alla nascita del Movimento Arte Povera. Inizia poi a dedicarsi negli anni ’70 al fenomeno della creatività collettiva operando in vari ambiti sociali.
"Era una persona molta convinta delle sue azioni, molto lucida sui suoi obiettivi, non si faceva irretire dalle parole d’ordine" lo ricorda ancora Passoni.
La Gam celebrerà ancora una volta il genio di Gilardi a primavera con la mostra "Viaggio al termine della statutaria" un collezione di opere che vanno dagli anni '40 agli '80 che aprirà il 4 aprile.