Le poesie spiegano il mondo, la vita e gli interstizi dell’esistenza e curano anche alla maniera dell’arte. Ecco qui una poesia delicata come un uccello senza ali ma forte come una canzone d’amore.
Alda Merini
Io ero un uccello
dal bianco ventre gentile,
qualcuno mi ha tagliato la gola
per riderci sopra,
non so.
Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari.
Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna carità di suono.
Ma anche distesa per terra
io canto ora per te
le mie canzoni d’amore.
Color verde foglia
Color verde foglia si espande nel cielo, mosso dal vento. Lucente l’argento saluta il mio animo. Il verde color foglia non è un colore ma sono sfumature di pensiero che si librano nel cielo. L’equilibrio fra i verdi mi sorprende e mi strugge. Io qui senza ali non riesco a raggiungere le mie foglie e il cielo, ma vedo solo la cappa color verde. Cerco il verde nella città camminando lentamente, come un uccello che non sa volare: il verde dell’erba raggrinzita nel cemento, come rughe di esperienza risulta bella vicino a cocci di bottiglia, vetro laminato e schegge puntute. Senza ali non riesco a volare fino alla chioma dell’albero che mi nasconde il cielo o lo lascia intravedere in scaglie. Mi arrampico sul tronco e mi lascio aiutare dal mio becco, salto dopo salto, raggiungo il ramo. Il sole abbagliante, mi acceca e mi riposo sul ramo. Forse per questo non ho ali per non essere abbagliata. Mi riposo sul ramo. Passa un albatro. Si è perso, salgo sulle sue spalle, proprio in mezzo alle ali giganti c’è come una sedia fatta per me. Mi accovaccio insieme andiamo ad esplorare il mare. Gli vorrei raccontare che prima ero anch’io un albatro ma sono abbagliata dal luccichio del mare. Mi riposo tra le sue ali e mi addormento.