Attualità - 06 gennaio 2023, 18:14

SASP di corso Tazzoli, tra innovazione e impegno sociale: quando l'arrampicata diventa l'alternativa dei giovani di borgo Cina

Lorenzo Bertoldi e il suo team ha partecipato al bando comunale per la gestione della palestra che una volta aveva sede al Palavela: "Puntiamo a trasformare la palestra in un Palazzetto per lo sport dedicato"

SASP di corso Tazzoli, tra innovazione e impegno sociale: quando l'arrampicata diventa l'alternativa dei giovani di borgo Cina

Il 2023 si apre guardando all'innovazione e a un cambio radicale per la SASP. La più storica palestra di arrampicata di Torino, fondata nel 1987, si è spostata dalla sua sede del Palavela, in corso Tazzoli ormai più di 15 anni fa, e oggi mira a crescere ancora, facendo al tempo stesso da propulsore per le attività sociali e sportive del quartiere. 

"Fino adesso la concessione che è stata rinnovata è stata con minino investimento reale - spiega il gestore Lorenzo Bertoldi - da un anno stiamo cercando di creare un progetto per rinnovare la struttura, renderla un vero e proprio Palazzetto dello Sport per l’arrampicata". 

Gli interventi sarebbero diversi. "Ci sono revisioni da fare sull’involucro esterno, che sono 1500 metri quadri di tecnostruttura, e poi interventi dentro la struttura in legno lamellare. La palestra va poi rivista anche nelle pareti, negli spogliatoi e nei servizi". 

Un progettazione che i gestori si pongono nel momento in cui sarà confermo il proseguimento della loro conduzione dell'attività, cui hanno presentato domanda nella manifestazione di interesse comunale. 

"Una rivistazione completa dell’impianto che oltre a consentirci una concessione più lunga, sarebbe anche più appetibile per gli sponsor". 

Alla manutenzione straordinaria della palestra si aggiunge anche quella legata alle nuove attività. 

"Con la palestra aiutiamo a contrastare il disagio sociale del quartiere, ma non solo. I rapporti che stiamo instaurando con le realtà della zona (come case di quartiere e fondazioni territoriali) si pongono lo scopo di offrire una serie di attività sportive, ovviamente con focus sull'arrampicata, che hanno la finalità di proporre un'alternativa valida ai giovani che abitano e vivono il quartiere. 

Parlando con questi enti, ci siamo resi conto di come sia difficile, in una zona come borgo Cina, far arrivare anche solo la comunicazione di un'attività alternativa - aggiunge Bertoldi - stiamo così investendo molto del nostro tempo per creare una rete territoriale in grado di informare circa le nostre attività e le possibilità di accedervi attraverso diverse forme di aiuti economici".

Dopo la battuta d'arresto del Covid, l'arrampicata è uno di quegli sport che ha visto una sorta di "rinascita".

"Noi abbiamo deciso di provare ad arrivare il più preparati possibile lavorando molto su tre fattori principali: corsistica giovani e adulti, comunicazione e cura della tracciatura (percorsi di arrampicata). Il risultato è stato estremamente positivo portando la SASP a riempire tutti i corsi proposti e aumentando la partecipazione da parte dei singoli.

Le ragioni sono molteplici, sicuramente questi fattori hanno attratto una massa maggiore di persone, complice è stata anche la crescita di interessi nei confronti dello sport dell'arrampicata che, da sport di nicchia, è e sta diventando sempre più accessibile ad un pubblico vasto ed eterogeneo". 

Parlando di futuro quali sono i prossimi obiettivi della palestra?

"Puntiamo a far diventare la SASP, sempre di più, un punto di riferimento sportivo e ludico per tutta l'area circostante, pianificando dei lavori di rinnovo strutturale e sportivo che permetteranno di offrire un servizio sempre migliore  per poter ospitare un pubblico sempre più ampio".

Uno di questi servizi è quello dedicato all'autismo. Un progetto che unisce sport, ma anche disciplina, al divertimento e che ha già aiutato diversi bambini e ragazzi con spettro autistico a relazionarsi con istruttori e compagni. 

Ludovico Zamara è istruttore e psicologo e dal 2019 porta avanti il progetto. 

"Ho iniziato nel 2017 con un progetto per l’Aslto1 chiamato “Onda 1” che prestava attenzione a persone con un disagio psicologico. In seguito ho lavorato con soggetti che avevano diverse difficoltà. Dal 2019 è stato poi aperto il progetto specifico”. 

Ma perché questa combinazione, arrampicata e autismo, sembra funzionare?  

"L’attività fisica in generale fa sempre bene, anche a chi non rientra nello spettro autistico. Ma i bambini che sono colpiti da quello che oggi viene definito più come un funzionamento, l’arrampica aiuta dal punto di vista dello sviluppo di coordinazione e dell’equilibrio, capacità che l’autismo spesso ritarda rispetto agli altri bambini. 

Un altro aspetto fondamentale è quello dell’interazione. E’ noto che l’autismo comporta difficoltò relazionali, l’arrampicata però richiedere comunicazione tra chi la pratica. È quindi uno stimolo alla persona a relazionarsi con gli altri. 

Infine, con l’istruttore si crea una rapporto stretto che quindi diventa un ottimo scambio".  

La SASP per attivare questo progetto si avvale prima di tutto della collaborazione con associazioni legate all’autismo. "Di solito ci contattano loro, si fa una prova con i bambini e i ragazzi. Se si trovano bene, si continua". 

I risultati? 

"In generale i miglioramenti sono soggettivi, ogni bambino ha il suo percorso. Il risultato migliore è che imparano a stare all’interno di un’attività sportiva: dal cambiarsi a fare riscaldamento e infine, ovviamente, ad ascoltare l’istruttore. Sembrano passaggi scontati, ma non è così". 

Quella della SASP non è l’unica attività legata all’autismo che le palestre di arrampicata di Torino stanno portando avanti. “Sì, stiamo collaborando con altre palestre che hanno iniziato questo percorso. Diciamo che ad oggi si sta sviluppando".  

Prossimi progetti? 

"Andremo avanti con questo e inoltre stiamo studiando una collaborazione con il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), portando avanti uno studio sull’efficacia dell’arrampicata come miglioramento per l’autismo". 

Chiara Gallo

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