Più cucine nei pressi delle scuole, la metà del cibo di origine biologica, menù studiati anche da grandi chef. Sono questi alcuni degli assi portanti del nuovo appalto mense 2023-2027 del Comune di Torino, che punta ad una maggiore qualità senza ribasso dei costi.
La novità introdotta dalla giunta Lo Russo è che la gara non prevede ribassi economici: il prezzo base è di 5.50 per ogni pasto, a cui si aggiungono due euro per le derrate fresche e 0.30 per le merende. Oltre un euro in più del vecchio appalto dell'amministrazione Appendino: nell'anno scolastico 2018/2019, ultimo pre Covid, il prezzo variava da 4.34 a 4.50 a pasto. La spesa totale è di 150 milioni di euro.
"Tempo mensa uguale a quello in classe"
"Sicuramente - ha commentato il sindaco Stefano Lo Russo - l'impatto sulle casse del Comune è pesante: per noi però il tempo della ristorazione ha la stessa importanza di quello che viene passato in classe". In totale sono 340 i plessi scolastici - dai nidi alle medie - coperti dal servizio. Nell'anno scolastico ancora in corso sono stati distribuiti oltre 5 milioni di pasti ma l'obiettivo, come dichiarato dall'assessore all'Istruzione Carlotta Salerno, è di "ritornare ai 7 milioni" pre-Covid.
Più mense fresche
In totale ci saranno otto lotti e ogni azienda se ne potrà aggiudicare al massimo due. A febbraio la Città ha attivato in via sperimentale la mensa fresca nell’istituto comprensivo Adelaide Cairoli e a seguire all’Aurora di via Cecchi 16. Ora Palazzo Civico con la nuova gara, come spiegato da Salerno, vuole estendere la preparazione dei piatti freschi nella vicinanza delle scuole: le mense fresche saliranno a 16, due per ogni lotto.
50% di cibo bio
"Nel bando abbiamo chiesto - ha precisato - una percentuale minima del 50% di biologico per ortaggi, frutta e carne".
"Nel rispetto del diritto dei lavoratori - ha aggiunto - abbiamo messo una clausola che impone alle società subentranti il riassorbimento del personale, alle medesime condizioni". Le famiglie potranno fare segnalazioni o suggerire miglioramenti tramite la sezione dedicata alla ristorazione scolastica, sul sito del Comune. La Città vuole poi coinvolgere chef famosi, professionisti della ristorazione e giovani cuochi nella creazione di menù che potranno poi essere adottati nelle scuole.
Il panino da casa
Una delle criticità principali che si è trovata ad affrontare l'amministrazione Appendino era la fuga dalle mense, a favore del cosiddetto "panino da casa": nel luglio 2019 la Cassazione ha detto stop al baracchino in classe. "Una delle contestazioni - ha spiegato Lo Russo - era di non avere una qualità di mensa adeguata: abbiamo deciso quindi di scegliere questo come requisito principale. Noi continuiamo a ritenere il cibo come una delle componenti educative".
Il bando sarà pubblicato la prossima settimana e resterà aperto per 60 giorni: l'obiettivo di Palazzo Civico è di avere i nuovi gestori da gennaio 2023.