Tanto silenzio. Poi un lampo la cui luce rivela uno scenario preoccupante. "La proposta ItalComp non è perseguibile". Bastano poche parole per smontare molte delle speranze dei 400 lavoratori ex Embraco di Riva di Chieri, anche perché sono parole che arrivano da Giancarlo Giorgetti, ministro per lo sviluppo economico, da tempo chiamato in causa per pronunciarsi su una vicenda che ormai si trascina da troppo tempo.
“Abbiamo esplorato, insieme con la viceministra Todde, tutte le possibilità della proposta Italcomp del commissario straordinario di Acc che avrebbe potuto coinvolgere Embraco - dice Giorgetti -. Sappiamo che la situazione è delicata e difficile, ma purtroppo non ci sono le condizioni essenziali".
Detto in altre parole, mancano gli investitori privati per andare avanti. Ma potrebbe essere non ancora finita, anche se la cassa integrazione termina il 22 luglio, pur con lo scenario di altri sei mesi. "Vogliamo superare l’attuale stallo: proseguono senza sosta le valutazioni della viceministra Todde, che ha la mia fiducia e che sta seguendo da tempo la vicenda di questa crisi”.
Intanto potrebbe essere convocato nei prossimi giorni un tavolo tecnico al ministero del Lavoro per prorogare di ulteriori sei mesi la cassa integrazione straordinaria. La proroga permetterebbe di continuare la ricerca da parte di Invitalia di investitori italiani ed esteri interessati alla reindustrializzazione del sito ex Embraco.
La delusione dei sindacati
Una comunicazione che però lascia anche molto amaro in bocca ai sindacati, da sempre al fianco dei lavoratori che con una tenda hanno anche trascorso le ultime settimana in piazza Castello, di fronte alla Regione. "Non ci hanno nemmeno incontrato per comunicarcelo - dice Ugo Bolognesi, Fiom Cgil -. Si tratta di un comportamento vergognoso. In totale spregio delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori". E in un comunicato congiunto con Fim, Uilm e Uglm i sindacati ribadiscono: "Con troppo leggerezza il Ministro Giorgetti liquida il progetto Italcomp. Non condividiamo infatti la scelta di liquidare il polo dei compressori, che era stato peraltro prefigurato dallo stesso dicastero nel settembre 2020 con un piano industriale dettagliato sia nello sviluppo produttivo che occupazionale dei 700 dipendenti. Siamo consapevoli che molte difficoltà sono state create dall’UE, a causa della mancata autorizzazione della garanzia pubblica al prestito in favore di ACC; ma crediamo che resti possibile salvare sia ACC sia Embraco e presidiare un settore importante come quello della componentistica di elettrodomestici, anche con una sinergia fra Stato e privati".
"In questi mesi - prosegue la nota - i lavoratori di Acc e Ex Embraco hanno sostenuto la costituzione del polo dei compressori anche con sacrifi salariali. La dichiarazione del ministro Giorgetti è ingiusta e speriamo che non precluda a un impegno occupazionale in favore dei lavoratori. Anche per questo chiediamo la immediata riconvocazione del tavolo al Mise". E ancora: "Ci aspettiamo dal ministero del lavoro la convocazione necessaria per definire l’esame congiunto per la proroga degli ammortizzatori sociali. In occasione del consiglio regionale del 13 luglio organizzeremo una manifestazione sotto la sede regionale di via Alfieri, per sensibilizzare tutte le parti politiche affinché si trovino soluzioni alternative per il futuro occupazionale dei 391 lavoratori della ex Embraco".
Le reazioni della politica
“Peccato - ha commentato il consigliere regionale di Luv, Marco Grimaldi - che proprio al Ministro dello Sviluppo economico sarebbe spettata la convocazione delle parti sociali al tavolo Italcomp, di cui per tutto questo tempo non si sono avute notizie, fino alle dichiarazioni tombali dello stesso Giorgetti". "Il Ministro - ha proseguito Grimaldi - mostra totale disprezzo per le organizzazioni sindacali e per i lavoratori, con cui non si degna di confrontarsi, mentre ancora non è chiaro se la proroga di sei mesi della cassa, predisposta con il decreto Sostegni bis, si possa considerare certa".
"Giorgetti ha sempre detto che il progetto italcomp aveva delle difficoltà a reperire il privato che facesse l’investimento", è il commento di Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte. "Noi come Regione dobbiamo pretendere una soluzione: se quella vicenda non può andare in porto, è bene dirlo per non prendere in giro nessuno. Contestualmente è un dovere avere una soluzione alternativa, l’assessore Chiorino segue questa vicenda in prima persona", ha concluso il Governatore.
"Chiediamo con urgenza un Consiglio regionale sul futuro di Embraco. Lo dobbiamo ai lavoratori e alle loro famiglie”, dichiarano il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo e i Consiglieri regionali Pd Diego Sarno e Daniele Valle.
Un appello immediatamente raccolto dall'assessore al Lavoro Elena Chiorino. “E’ora di assumere quel rispetto istituzionale nei confronti di lavoratori, sindaci, curia ed organizzazioni sindacali, da chi ricopre con autorevolezza un ruolo di governo – ha dichiarato l’assessore – è avvilente apprendere esclusivamente da una nota stampa dell’abbandono del progetto Italcomp quando è da mesi che sollecitiamo, ad intermittenza, la convocazione ufficiale di un tavolo interministeriale per conoscere le intenzioni del Governo”. Chiorino ha poi richiesto ufficialmente al Consiglio Regionale la convocazione di una seduta “aperta” per il prossimo 13 luglio.
"La porta in faccia sbattuta dal ministro Giorgetti al progetto Italcomp ha definitivamente chiuso ogni possibilità di fusione tra Acc ed ex-Embraco per la creazione di un polo tutto italiano per i compressori. Le modalità di questo annuncio, senza neppure riferire alle maestranze, dimostra che per il ministro Giorgetti il destino delle 400 famiglie del sito di Riva di Chieri era già considerato segnato. A parole gli slogan del 'Prima gli italiani e i piemontesi', nei fatti prima gli investitori privati”, ha commentato invece la deputata torinese in Commissione Lavoro Jessica Costanzo.
E Stefano Lo Russo, candidato sindaco per il centro sinistra, aggiunge: "Il Ministro della sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, liquida il progetto Italcomp senza prospettare alternative e senza alcuna spiegazione ai lavoratori. Dica il perché, in modo chiaro, e si assuma la responsabilità delle sue scelte. La scelta di liquidare il polo dei compressori, peraltro prefigurato dallo stesso ministero con un piano industriale, deve prevedere un’alternativa percorribile, altrimenti vuole dire abbandonare definitivamente i lavoratori. Non è possibile rinunciare al settore della componentistica degli elettrodomestici, si convochi subito il tavolo al Ministero”.
Duro anche il commento di Paolo Furia ed Enzo Lavolta, segretario regionale e responsabile delle Politiche del Lavoro del Pd: "Nonostante i buoni propositi e gli impegni di Salvini, pochi giorni fa a Torino, con uno stringato comunicato stampa il Ministro Giorgetti oggi chiude le porte all'ipotesi del polo dei compressori previsto nel progetto Italcomp e utile a ormai garantire sviluppo e occupazione ai lavoratori stremati dalle promesse che negli anni si sono succedute. Il Piemonte merita più capacità e attenzione nei processi di reindustrializzazione utili anche a restituire dignità ai lavoratori. Chiediamo una presa di posizione netta e non più rinviabile da parte della giunta regionale del Piemonte".
Infine, il sindaco di Chieri, Sicchiero: "Sconcertante che il ministro Giorgetti abbia messo una pietra tombale sul progetto Italcomp attraverso una nota stampa, senza ritenere di dovere incontrare sindacati e lavoratori. La parola fine, purtroppo, ci addolora ma non ci stupisce. Era evidente che il ministro Giorgetti, sin dal suo insediamento, non fosse convinto di questa prospettiva, e che l’arrivo di un investitore privato appartenesse più al mondo delle illusioni che non a quello delle concrete possibilità. Come Comune di Chieri continueremo a fare la nostra parte, stando a fianco dei 400 lavoratori dell’ex Embraco e delle loro famiglie e partecipando al tavolo istituzionale con Regione Piemonte e Prefettura".