Ancora cassa integrazione nel mondo dell'automotive torinese e crescono nuove preoccupazioni a livello occupazionale. Anche se stavolta l'universo Stellantis, c'entra, ma oltre che direttamente fa sentire i suoi effetti anche "di sponda". Se da un lato, infatti, è arrivato un mese di stop per la fabbrica Maserati di Grugliasco (dal 28 aprile al 30 maggio), a dichiarare ore di ammortizzatore sociale è anche la Comau, la nota azienda di automazione che ha la sua sede principale sempre a Grugliasco, pochi chilometri più in là.
In particolare, saranno utilizzate 9 settimane di cassa integrazione tra maggio e giugno a causa dell’annullamento di commesse automotive (soprattutto da parte di Stellantis, appunto) mentre non sono state fornite informazioni circa il futuro delle produzioni poiché trattasi di progetti ancora allo studio.
"Siamo preoccupati per il futuro dei lavoratori Comau e per la presenza delle sue qualificate produzioni storicamente insediate sul territorio torinese - dice Edi Lazzi, segretario generale di Fiom Cgil Torino e provincia -. Comau non è rientrata nell’operazione Stellantis, ma non si capisce al momento quale missione industriale sarà affidata a questa storica azienda che produce automazione".
"Le linee robotizzate di tutti gli stabilimenti italiani dell’auto, a partire da Melfi, sono state progettate e industrializzate da Comau, conosciuta come la “fabbrica che costruiva le fabbriche” - aggiunge Toni Inserra responsabile di Comau per i metalmeccanici Cgil -. Preoccupa che le uniche informazioni fornite oggi dall’azienda riguardino il ricorso alla cassa integrazione e il calo importante di commesse. Chiediamo alla proprietà e alla Direzione garanzie circa la missione produttiva e il futuro dell’azienda, dei suoi dipendenti e del suo insediamento produttivo a Torino”.
Ma anche la fermata prolungata per la Agap di Maserati preoccupa (e molto) sindacati e lavoratori: "La cassa continua in dosi sempre più massicce - dice ancora Lazzi -. Oggi sono state richieste ulteriori quattro settimane e mezzo di ammortizzatore sociale. Sono tutti segnali negativi, le istituzioni locali, nazionali e Draghi in particolar modo, devono capire che se si vuole salvare l 'economia cittadina bisogna avere un piano preciso di investimenti da effettuare sul settore automotive e sull'energia pulita, quindi andare da Tavares, forti di un progetto, per chiedere volumi produttivi sufficienti a saturare gli impianti. Francamente non è comprensibile il perché non lo stiano facendo".
"E' una mazzata, è difficile scrivere altro - si legge sui canali social dei sindacati Fiom della Maserati -: va convocato il Gruppo Stellantis per conoscere le reali intenzioni. Ma devono farlo le istituzioni. Ne abbiamo passate tante e sappiamo che da soli non bastiamo".