Edilizia, commercio, ma anche turismo. Crescono ancora in Piemonte le aziende guidate da una persona di origine straniera. Lo dicono gli ultimi studi di Unioncamere Piemonte che - su una base di oltre 432mila imprese aventi sede in Piemonte a fine 2018 - ne contano circa una su dieci a guida non italiana. Più precisamente, le imprese straniere registrate in Piemonte siano 43.742, una realtà ormai strutturale del tessuto imprenditoriale regionale.
Un dato che, almeno in parte, ha contribuito a ridurre l'effetto della contrazione complessiva del numero di aziende attive nella nostra regione. Anche nel 2018 le imprese straniere hanno evidenziato una vivacità superiore a quella delle imprese piemontesi nel loro complesso, grazie a un numero di iscrizioni superiore alle cessazioni. A fronte della nascita di 4.706 imprese straniere, si sono registrate, infatti, solo 3.456 cessazioni, per un saldo positivo pari a 1.250 unità.
E così, mentre per il totale delle imprese piemontesi la dinamica sia stata sempre negativa, la performance delle imprese straniere sia stata sempre accompagnata dal segno più, raggiungendo nel 2018 un tasso di crescita del 2,9%.
Il settore in cui le imprese straniere sono maggiormente presenti in valore assoluto è, anche nel 2018, quello delle costruzioni. Il settore edile, che ha vissuto una situazione particolarmente penalizzante negli ultimi anni, ha evidenziato tuttavia per la componente straniera un incremento, registrando un tasso di crescita del +1,4%. Tra gli altri principali settori di specializzazione delle imprese straniere troviamo il commercio, che ha manifestato nel 2018 un’espansione dell’1,8%, il turismo, cresciuto del 4,4%, e le attività manifatturiere (+3,4%).
Le imprese straniere sono, nell’82,3% dei casi, imprese individuali, mentre nel 8,4% si costituiscono come società di capitale e nell’8% si strutturano come società di persone; solo l’1,2% assume altre forme.
Facile, in queste cifre, "leggere" delle tendenze abbastanza diffuse come il muratore-fac totum che si mette in proprio, oppure la crescente presenza di negozi etnici (alimentari e non solo: anche parrucchieri e altre tipologie). Di sicuro la grande novità è proprio quella del turismo.
“Negli ultimi anni, l’imprenditoria straniera della nostra regione ha sempre mostrato una dinamica di crescita, confermandosi una risorsa preziosa per l’economia del territorio, in grado di controbilanciare il calo generalizzato delle imprese piemontesi - sottolinea il presidente di Unioncamere Piemonte Vicenzo Ilotte -. Non sono poche le difficoltà che questi imprenditori si trovano ad affrontare, ad esempio nell’accesso ai finanziamenti. Per sostenerli nella realizzazione delle loro idee imprenditoriali, sono quindi più che mai necessarie politiche di sostegno al credito da parte delle istituzioni e percorsi di accompagnamento all’imprenditorialità, un compito quest’ultimo che vede le Camere di commercio in prima linea”.
A livello geografico, l’incidenza maggiore delle imprese straniere sul totale si registra a Torino (11,7%) e a Novara (11,3%). Asti (10%), Vercelli e Alessandria (entrambe con un peso del 9,9%) evidenziano un’incidenza straniera in linea con quella media regionale. Verbania (8,3%), Biella (6,2%) e Cuneo (6%) appaiono, infine, i territori in cui le imprese straniere manifestano il peso inferiore.
In termini di dinamica i tassi di crescita più elevati appartengono al Verbano Cusio Ossola (+4,8%) e ad Asti (+3,9%). Un ritmo di crescita lievemente superiore rispetto a quello medio regionale viene registrato da Torino (+3,2%). Alessandria registra un tasso di crescita identico a quello piemontese (+2,9%), mentre performance positive, ma meno espansive, appartengono a Novara (+2,1%), Cuneo (+1,9%) e Vercelli (+1,5%). Il tasso di crescita meno elevato risulta, così come nel 2017, quello del Biellese (+0,7%).