“Il cinema è un rapporto fra una platea in carne e ossa e uno schermo, delle ombre. Invece il calcio è uno spettacolo in cui un mondo reale, di carne, quello degli spalti dello stadio, si misura con dei protagonisti reali, gli atleti in campo, che si muovono e si comportano secondo un rituale preciso. Perciò considero il calcio l’unico grande rito rimasto al nostro tempo".
Così parlava Pier Paolo Pasolini all'inizio degli anni Settanta, nel pieno della sua produzione cinematografica, dopo un ingresso disarmante nell'editoria contemporanea e ormai voce intellettuale tra le più controverse e anticonformiste del panorama italiano.
Fin da piccolo, durante la sua gioventù a Casarsa, nel Friuli, sentiva per il gioco del calcio un'attrazione primordiale, irrinunciabile. Forse perché la visione delle partite, in luoghi bucolici di intensa bellezza, era associata alle prime manifestazione dell'eros, la sua passione omosessuale. Quella giovinezza fresca e vigorosa, seppur teneramente acerba, sarebbe poi ritornata con più impeto nei campi polverosi delle periferie romane, in mezzo alle baraccopoli di Pietralata. Ninetto Davoli, i "ragazzi di vita", le ceneri di Gramsci sparse sopra un pezzo di mondo abbandonato all'unico destino della sopravvivenza.
In memoria del suo amore per questo sport, i circoli Arci di Torino da sei anni organizzano un trofeo di calcio a 5. Domani l'Associazione Peter Pan di via Ventimiglia 195 ospita la nuova edizione, in collaborazione con il circolo La Cadrega.
Pasolini nella competizione calcistica coglieva profonde metafore di vita, facendone un simbolo di quella lealtà e fratellanza necessaria per stare insieme, in comunità. Una filosofia che i circoli Arci e le associazioni a questi allineate hanno sempre fatto proprie.
Le partite si giocheranno dalle 9.30 alle 19. Per le iscrizioni è possibile contattare direttamente il comitato ARCI al numero 011 026 7560.
Nell'anno in cui si disputano i mondiali senza la presenza della nazionale italiana, la giornata di domani sarà comunque una buona occasione per fare festa tutti insieme. Lasciando risuonare nella mente la memoria di Pasolini, grande tifoso del Bologna.
“I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara sono stati indubbiamente i più belli della mia vita. Mi viene quasi un nodo alla gola, se ci penso. Allora, il Bologna era il Bologna più potente della sua storia: quello di Biavati e Sansone, di Reguzzoni e Andreolo, di Marchesi, di Fedullo e Pagotto. Non ho mai visto niente di più bello degli scambi tra Biavati e Sansone . Che domeniche allo stadio Comunale!”.