È mancata la personalità, la voglia di vincere a ogni costo. Questo fa riflettere, oltre che incazzare, più di tante cervellotiche considerazioni. Non posso sentir dire che è stata una serata ‘storta’. Non doveva capitare. Senza se e senza ma. Perché si sapeva dal giorno che da quella maledetta urna uscì il nome dell’avversario che sarebbe stata dura. Abbiamo avuto tempo per prepararla. E abbiamo sbagliato. Avremmo dovuto affrontarla in mille altri modi, ma non così.
Si fa in fretta a liquidare il tutto condannando l’allenatore o sparando sul De Sciglio di turno, le carenze sono state altre. Non si possono prendere due gol su palle inattive e per giunta nelle circostanze in cui sono maturate. Non si possono vedere giocatori cadere nel bel mezzo di un’azione pensando che l’arbitro ti fischi il fallo. E poteva finire anche peggio.
C’è amarezza, tanta, non rassegnazione. Com’è giusto che sia, perché siamo tutti consapevoli che la Juve migliore può ribaltare il risultato.
Servirà la consapevolezza di essere i migliori, il coraggio di sconfiggere la negatività che aleggia attorno a quelle grandi orecchie e sopratutto l’umiltà dei combattenti che vogliono, a ogni costo, la Vittoria.
La cura di queste settimane sarà sopratutto da prescrivere a livello mentale, preparandosi ad affrontare con lungimiranza le provocazioni, le perdite di tempo, gli escamotage che la squadra del Cholo porterà a Torino.
Alla volgarità rispondiamo con i fatti, surclassandoli brutalmente, non chinando la testa e leccandoci le ferite.
Perché, scusate la sincerità, siamo contenti che qualcuno ne abbia vinte cinque e faccia bene a ricordarlo, ma la sesta la vogliamo qui.
Nonostante il mondo sembri in certi frangenti crollarci addosso, Noi ci crediamo.
E se il Destino ci vorrà sconfitti, l’accetteremo. Perdenti potremmo forse esserlo, ma senza esserci arresi. Combattendo...Fino alla Fine!